Icardi: dimenticare selfie e mercato, c’è la Roma, servono solo le certezze

Meno quattro alla gara con la Roma

Mentre le voci di mercato fremono, l’Inter tra quattro giorni si gioca la partita più importante di questo inverno.
Gli appassionati del mercato continuino pure a favoleggiare, a imprecare contro l’Uefa e contro la dirigenza, ad ululare contro gli dei che ci vogliono male. Lasciamo a loro questa (inutile) occupazione perché adesso c’è da portare a casa la pagnotta, c’è da allontanare la Roma da casa nostra, dal quarto posto. E quel posticino così prezioso per ora non possiamo che inseguirlo con le certezze che abbiamo, poche o tante che siano.

Una certezza, il capitano

Una di queste è Mauro Icardi. Si proprio quel ragazzone infamato a destra e a manca perché ha passato sei giorni di ferie a Dubai, perché si è fatto troppi selfie, perché se ci fosse stato Facchetti l’avrebbe preso a schiaffi e via dicendo. Inutili esercizi di un perbenismo un po’ falso. Diciamo la verità, se a Dubai con una bella ragazza fosse andato nostro figlio e avesse pubblicato qualche foto, saremmo stati orgogliosi di lui. Ma la morale non fa punti, non sarà la morale a fermare domenica sera Dzeko o Perotti, Nainggolan o Florenzi. Sarà invece Icardi a dover far male alla difesa giallorossa, chiamato a ripetere la strepitosa gara dell’Olimpico dello scorso agosto.

Dovrà essere la sua partita, come all’andata

Sarà lui a dover procurare le emicranie a Manolas e Fazio, che all’andata lo videro solo al termine della gara mentre rientrava negli spogliatoi. Ha segnato a raffica fino ad ora, se siamo lì è grazie ai suoi gol, inutile ricordarlo. La più grande certezza dell’Inter è lui, è questa. E’ destino dei grandi goleador caricarsi sulle spalle la squadra quando le cose non vanno per il meglio e nelle occasioni importanti. La gara di domenica prossima racchiude entrambe queste caratteristiche. Mauro lo sa. Sa cosa si aspettano da lui i suoi compagni e soprattutto i tifosi. Aspettiamo solo che il capitano la butti dentro domenica sera, magari per il gol decisivo. Poi le parole inutili ed i giudizi maligni se li porteranno via il vento e l’urlo del Meazza.