Antonello parla al Corriere della Sera
Il CEO nerazzurro Antonello parla al Corriere della Sera e lo fa toccando tutti gli argomenti che riguardano il mondo interista. Parla di stadio, di mercato, di Fair Play Finanziario. Di seguito riportiamo l’intervista completa.
L’Inter da un po’ ha difficoltà sul mercato. C’è stato un rallentamento: perché?
“A luglio la strategia era chiara: ritorno in Champions nel rispetto del fair play finanziario. Dobbiamo bilanciare la parte tecnica ed economica. La crescita deve essere organica dal punto di vista commerciale per arrivare a una “destagionalizzazione” dei risultati. È un circolo virtuoso. Il ritorno in Champions produce un ritorno economico e spinge il marchio Inter”.
Suning era partita con investimenti fortissimi, ora si è fermata: solo colpa del fair play o anche delle restrizioni imposte dal governo cinese?
“Non abbiamo mai vissuto una situazione di chiusura e mai Suning è stata in una black list. C’è stato un rallentamento, questo sì, che il governo cinese ha imposto per difendere la propria valuta. Ciò significa più controlli ed è inevitabile un rallentamento. Suning però sta facendo tutti gli investimenti necessari per riportare l’Inter in alto”.
Tutti vogliono sfruttare il mercato cinese, in pochi ci sono riusciti. Perché l’Inter ce la dovrebbe fare?
“Perché Suning fattura 53 miliardi di dollari l’anno, ha 250 milioni di persone registrate online. L’Inter può sfruttare questa base, con una crescita organica. Il mercato del calcio cinese ha bisogno di tempo per maturare”.
Però non si riesce a spostare neppure Ramires dal Jiangsu all’Inter che sono entrambe di proprietà di Suning. Qual è la difficoltà?
“Sono progetti diversi. Qui si pensa come può il Jiangsu aiutare l’Inter, in Cina magari pensano il contrario. Se le esigenze non combaciano non si può”.
Torniamo sempre al fair play: quando l’Inter si libererà dagli obblighi?
“Chiariamo: il fair play ci sarà per sempre. Il club deve stare in equilibrio. L’Uefa dopo aver imposto alle società il fair play è pronta per un fair play 2.0: più aperto. Questo di oggi limita l’attrazione di nuovi capitali”.
Prima di Natale avete lanciato un bond da 300 milioni: a cosa è servita l’operazione?
“È stato un successo. Un club che riesce a raccogliere quella cifra a un tasso del 4,8% mostra solidità e credibilità. La domanda era doppia”.
Scusi ma perché non ha messo Suning quei soldi invece di farseli prestare?
“L’Inter deve correre con le sue gambe e l’operazione del bond è quella che avrebbe fatto un qualsiasi imprenditore. Se il mercato crede in te ti premia. Non è giusto chiedere sempre alla proprietà”.
Capitolo San Siro
In che modo volete ristrutturare San Siro?
“Deve vivere tutti i giorni, non solo la domenica. Le aree hospitality devono passare dal 4% attuale al 14%. La capienza scendere a 60mila. Parliamo di un investimento da circa 150 milioni”.
Andate avanti sul centro sportivo in Piazza d’Armi?
“Siamo ancora alle fasi preliminari ma un nuovo centro sportivo rimane un progetto strategico. Tutti i grandi club europei hanno centri sportivi all’avanguardia”.
Che uomo è il patron di Suning, Jindong Zhang?
“Di grande personalità, leadership e forza. Sposta l’asticella sempre verso l’alto. Ti spinge a sognare, a volare alto. E poi la famiglia Zhang si inserisce nel solco delle grandi dinastie nerazzurre, con Moratti in questo senso c’è una continuità molto forte”.
Fonti: Corriere della Sera, FcInterNews