Mario Sconcerti sul Corriere della Sera critica le strategie dell’Inter e dei top team italiani
Con l’arrivo di Rafinha in due stagioni e mezza si è passati da Medel, Melo, Kondogbia, Guarin, Brozovic e Gnoukouri a Vecino, Gagliardini, Brozovic, Joao Mario, Borja Valero e Rafinha. Mario Sconcerti critica la poca cura nelle scelte che “Accontenta i tifosi ma riempie di debiti”
Con l’arrivo di Rafinha l’Inter ha ritoccato, ulteriormente, il centrocampo. Undici i giocatori che si sono alternati nel reparto, decisamente troppi. Per questo Sconcerti analizza i movimenti di Inter, Juventus e Milan in relazione al centrocampo. Undici giocatori alternati per l’Inter, tredici per i bianconeri e quindici per il Milan. Alla base del problema, secondo Sconcerti, ci sono due problemi principali. “Che dice per esempio adesso Spalletti di Rafinha fermo da otto mesi, con 40 giorni di allenamento specifico? È lui quello che lo ha chiesto? O si va dietro al possibile nella speranza che un giocatore in più sia semplicemente meglio di uno in meno anche se costerà più di 30 milioni.”
Chi sceglie chi comprare
La figura del DS è quella che viene “messa in discussione”. Figure a metà tra l’allenatore e la dirigenza che si occupano, con i loro collaboratori, di trovare elementi da dare al proprio allenatore che al massimo si limita a dare un consiglio finale.
Perché i tecnici non conoscono i giocatori stranieri?
Questo, invece, viene visto come il problema principale. In Italia gli allenatori non conoscono giocatori stranieri e “Nella stragrande maggioranza non si prendono la responsabilità di indicare nomi incerti. Oppure si innamorano di giocatori visti in campionato in due partite”. Per questo in Inghilterra gli allenatori sono Manager, coloro che si occupano della squadra a tutto tondo. Con un passaggio in meno tra l’allenatore ed i suoi obiettivi e con una maggiore conoscenza di ciò che il mercato offre le squadre inglesi fanno meno operazioni “al buio”, che sia questa la via da seguire anche in Italia?