Indice dei contenuti
1 Joao Mario lascia l’Inter2 Doveva essere il faro3 Pochi lampi nel buio4 Quel maledetto pallone nel derby5 Un equivoco irrisolto…buona fortuna JoaoJoao Mario lascia l’Inter
Joao Mario lascia dunque l’Inter direzione West Ham. Una apparizione tutto sommato breve in nerazzurro, per un giocatore arrivato con aspettative da top player ed uscito tra le critiche generali. Due anni in cui le ombre hanno prevalso nettamente sulle luci. Arrivò a Milano salutato come un grande acquisto, non solo dalla stampa italiana ma da quella Europa all’unisono. Gli Europei del 2016, vinti dal suo Portogallo lo avevano visto protagonista di gran livello. Il prezzo pagato allo Sporting Lisbona fu da top player o quasi. Le aspettative del popolo interista anche.
Ma se il club lusitano, alla fine riscuoterà per intero quanto dovuto dal contratto, i tifosi restano con le mani vuote e le speranze ferme a quel luglio 2016.
Doveva essere il faro
Joao doveva diventare il nuovo padrone del centrocampo nerazzurro, il tuttocampista con le idee chiare, la gamba veloce ed i piedi buoni che mancavano a San Siro dai tempi del drago Stankovic, quello che con 20 cm in meno aveva fatto a sportellate con Pogba nell’Europeo. Insomma un talento vero, riconosciuto da tutti. Arrivò nel momento di grande caos societario, quando il gruppo Suning non si era ancora completamente insediato al vertice della società e Thohir non aveva ancora del tutto lasciato la linea di comando, con Mancini già in rotta di collisione con tutti. In quella situazione di incertezza, nuovi e vecchi padroni concordarono di dare mandato a Kia Joorabchian di gestire il mercato, lasciando in qualche modo emarginata la struttura tecnica di Ausilio e C.
Pochi lampi nel buio
Dopo le prime apparizioni, che avevano acceso grandi speranza, Joao annegò nella confusione generale dell’Inter. De Boer ci mise del suo, ma anche con Pioli fu difficile capire come impiegarlo al meglio. Non davanti alla difesa, poco dietro le punte, men che mai laterale. Un minestrone di incertezze tollerate solo in virtù del solito discorso, “è arrivato ora, non conosce il calcio italiano, si deve ambientare”. Domenica dopo domenica, grigiore dopo grigiore, con pochi lampi e tante amnesie, frutto ormai non più solo dello scarso ambientamento ma, evidentemente, anche e soprattutto della mancanza di personalità. San Siro si aspettava un leader, ha conosciuto un incompiuto.
Per arrivare al campionato in corso, dove Spalletti è riuscito a recuperare la grinta, l’orgoglio e lo spirito di appartenenza anche del magazziniere della Pinetina ma non quello di Joao Mario. Altre domeniche passate tra tentativi di recupero e sostituzioni tra i fischi, spezzoni di partita giocati tra la superficialità, senza pathos, senza idee, con tante sanguinose disattenzioni.
Quel maledetto pallone nel derby
Per arrivare infine alla classica goccia che fa traboccare il vaso, quel gol sbagliato a cinque metri dalla porta nel derby di coppa Italia di poche settimane orsono. Forse neanche l’episodio di per sé più negativo dei mesi di Joao Mario all’Inter, sicuramente il più rappresentativo, il più eclatante perché capitato in un derby difficile, da dentro o fuori, in un momento altrettanto difficile per la squadra e nel momento di maggior difficoltà della partita. Li si è capito che l’esperienza nerazzurra di Joao Mario era finita. Non era mai stato un leone, ai tifosi sarebbe bastato una gazzella. Ma gli agnelli vanno bene sulle tavole per Pasqua, non per i rettangoli da gioco.
Un equivoco irrisolto…buona fortuna Joao
Nei 18 mesi di permanenza all’Inter Joao Mario non è mai uscito dall’equivoco in cui è stato e si è infilato. La sua uscita porterà chiarezza per tutti. Per lui in primo luogo perché potrà tornare a giocare con regolarità. Per l’Inter, perché potrà trovare un centrocampista adatto alle esigenze di Spalletti senza il peso di un uomo da 40 e passa milioni di euro in panchina. Un equivoco ancora più doloroso per i tifosi perchè loro per primi sanno una cosa. Che Joao Mario non è la classica sola, non è un bluff; il talento dimostrato non evapora in pochi mesi. Se oltremanica saprà metterlo in mostra il mondiale ritroverà un protagonista e l’Inter il valore del suo investimento. Ce lo auguriamo tutti.
Nella situazione in cui l’Inter si trova, il talento senza l’anima conta poco. Non si poteva più aspettare, ne il ragazzo, né San Siro. Buona fortuna Joao.