Per gli interisti oggi dovrebbe essere Natale: 55 anni fa a Setubal nasceva infatti José Mário dos Santos Mourinho Félix, più semplicemente José Mourinho. Eternamente grati all’uomo che ci ha fatto superare i quarantennali complessi di inferiorità, il suo compleanno è l’occasione giusta per una riflessione.
E’ stato il nostro Luigi XIV? Sì.
Dopo di lui abbiamo sopportato il diluvio e ancora oggi stiamo patendo la pioggia. La grandezza di Mourinho risiede nella sua capacità di essere ‘centrale’: centrale nella storia, nel modo di gestire una società e nel modo di congedarsi. E’ arrivato a maggio del 2009, quando si sapeva che Massimo Moratti avrebbe cercato l’ultimo, grande tentativo di conquista dell’Europa. Aveva quindi tanti soldi a disposizione Mourinho e li ha fatti spendere – Quaresma e un altro paio di stranezze a parte – bene. Ha vinto subito. E quando non ha vinto – Manchester – ha capito cosa mancava per farlo l’anno successivo. I suoi successori queste capacità non le hanno mai avute. Non avevano a disposizione i soldi del portoghese, è vero, ma non hanno saputo far fruttare ciò che avevano a disposizione: un settore giovanile che, negli ultimi anni, ha vinto e rivinto tutto. Anzi. Hanno ‘bruciato’ un’intera generazione di potenziali campioni. L’abissale differenza è proprio qui. Mourinho non aveva un esterno d’attacco per il 4-2-3-1, ad esempio, così ha convinto Samuel Eto’o – non proprio Ivan Perisic – ad andare su e giù per quella fascia. Gli altri invece hanno passato più tempo a lamentarsi con i giornalisti che a trovare soluzioni. Così l’Inter ha perso due volte col Novara, si è fatta umiliare dal Beer Sheva e… E ci fermiamo qui perché la tristezza si sta già facendo sentire.
Josè Mourinho e la scelta di andare via
Mourinho poi ha avuto la ‘centralità’ di capire quando andarsene. Come il Fenomeno ha accettato il Real Madrid, non proprio l’Apoel Nicosia. Lo ha fatto dopo aver vinto tutto e più di tutti nei precedenti 45 anni. Molti non hanno mai digerito questa sua scelta, francamente l’ho sempre trovata perfetta. All’Inter non aveva e non ha più nulla da dire e da fare. E’ l’Inter e sono soprattutto gli interisti che dovrebbero congedarsi dal ricordo di José Mourinho. Perché fino a quando non lo faranno, fino a quando spereranno in un suo ritorno, vorrà dire che non saranno maturi per accettare il presente. Presente che non è roseo come quando c’era lui. Per tanti motivi. Fra questi: José Mário dos Santos Mourinho Félix ne esiste uno solo. Gli altri sono solo brutte fotocopie.
Grazie di tutto mister, Boa Vida