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VIDEO, gli auguri “speciali” dell’Inter per lo Special One, Josè Mourinho

Gli auguri ufficiali a Mourinho

Josè Mourinho ha fatto la storia dei colori nerazzurri, conquistando la tanta voluta Champions League, ma non solo, nella stessa stagione ha vinto tutto cioò che avrebbe potuto sollevare al cielo.

Il condottiero di mille battaglie, l’allenatore che si è preso l’Inter sulle spalle e l’ha portata a vincere tutti i trofei che ha disputato. Un allenatore indimenticabile per qualsiasi tifoso e non. E’ stato il primo ad affrontare a muso duro la stampa e a preservare i suoi ragazzi. Con lui nello spogliatoio c’era un armonia, e tutti erano uniti per un unico obbiettivo. La vittoria. Emblematico l’episodio di Eto’o che avrebbe voluto avere più spazio. L’ex Barcellona lo disse al tecnico portoghese, che rispose: “Samuel era quello che stavo aspettando mi dicessi…”. Come lui pochi hanno saputo gestire una piazza difficile come quella nerazzurra. Rimarrà inciso il suo nome, per aver portato al trionfo, al Triplete. Riecheggia ancora, Marianella che al termine della gara di Madrid, disse aspettando il fischio finale: “Sono 45 anni che l’Inter aspetta…Questo momento!!”. Mourinho ha scritto la storia.

Oggi è un giorno speciale per un interista speciale. Nel fare gli auguri a José #Mourinho ripercorriamo la sua storia all'Inter 🥇

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— Inter (@Inter) January 26, 2018

La dedica del sito ufficiale“Il 22 maggio 2010, fuori dallo stadio Santiago Bernabéu di Madrid, si assiste auna scena quantomeno curiosa. L’allenatore più duro in circolazione, JoséMourinho, è a pochi centimetri dal calciatore più duro in circolazione, MarcoMaterazzi. Il fatto inconsueto è che i due non stanno avendo uno scontroverbale, cosa che succedeva di frequente nello spogliatoio nerazzurro diquell’anno, dove l’alto voltaggio, specialmente nella seconda parte della stagione,era la regola non scritta, sapientemente applicata dal tecnico portoghese. No, ilfatto inconsueto è che i due sono abbracciati e sono in lacrime, perché si sono

appena detti addio. 

L’ultimo atto interista di José Mourinho è una parentesi lasciata aperta, dalportoghese che aveva deciso di partire e per questo non si è sentito di tornare aMilano dai suoi tifosi. In cambio, ha lasciato che tornasse la sua squadra, con lasua Coppa, che mancava da quarantacinque anni al popolo interista,coronamento perfetto della più grande stagione mai disputata da un clubprofessionistico italiano. La Champions League dopo la Coppa Italia e loscudetto: Mou riesce nell’impresa grazie a calciatori straordinari, ma anche auna personalissima attitudine alla vittoria, che dimostra in tutte le tappe della

sua carriera. 

Maniaco della tattica e studioso infaticabile di calcio, costruisce le sue fortunesull’intesa con i giocatori che allena. Carota e bastone, direbbe qualcuno:quando regalò ad un incredulo Dejan Stankovic una settimana di vacanza nel belmezzo della stagione, per farlo rilassare in un periodo di appannamento, videtornare un guerriero pronto a sacrificare tutto per la causa. Titoli in campo, titolisui giornali. Dal celebre “Non sono un pirla” con cui si presenta ad AppianoGentile, fino alla “prostituzione intellettuale”, passando dal “rumore dei nemici”per finire agli “zero tituli”. Comunicare è un’arte, non un mestiere, e José lo sabene, meno invece i suoi emuli. Ma di Mourinho ce n’è uno, ed ha fatto la suascelta. Per citarlo, “Interista una volta, interista per sempre.Fonte: Inter.it