Sul sito il ricordo di Arpad Weisz
Arpad Weisz | Oggi è il giorno della memoria, oggi è il giorno in cui tutto il mondo si ferma a meditare, su cosa l’uomo e le leggi degli uomini sono capaci di fare. In quel momento, buio, che ha attraversato il 1900, tante sono state le storie di uomni che, in un mondp pieno di orrori, hanno interrotto la propria strada verso il destino. Tra di loro, c’è stato anche un giovane uomo, che è arrivato da ragazzo in Italia e da uomo, ha cambiato la storia del nostro calcio. Arpad Weisz, un giovane arrivato in Italia da calciatore, all’Inter ha disputato anche qualche buon campionato, ma è da allenatore che mostra il suo più grande talento. Con l’Inter vince uno scudetto da allenatore, diventando il più giovane di sempre a vincere un campionato in Italia (record ancora imbattuto).
Weisz è a Bologna che dà il meglio di se, diventando uno o forse il più grande allenatore d’europa dell’epoca. Proprio con il Bologna riesce a vincere il torneo dell’expo di Parigi, 4-1 contro il Chelsea. Weisz in quel momento è all’apice della sua carriera ed è stato accolto da tutta la città di Bologna come un eroe ma, come sempre succede nelle storie degli uomini che hanno cambiato la storia, o che di questa sono diventati parte integrante, non sà che di li a poco, la sua vita ed il mondo, sarebbero cambiati per sempre.
Auschwitz, e la follia dell’uomo
Arpad Weisz, è un ungherese, ed è anche un Ebreo, cosa che in quegli anni diventa una colpa. Weisz non può più allenare in Italia, a causa della sua fede. Uno come lui, che ha passato una parte di vita in sud america, potrebbe tranquillamente fuggire da ciò che sta succedendo in Europa, ma continua a seguire il suo grande amore, il calcio. Insieme alla sua famiglia, sua moglie Elena e i suoi figli, Roberto e Clara. Arriva fino in Olanda, dove nel 1942 viene arrestato dalle SS e condotto ad Auschwitz. La sua famiglia viene condotta subito alle docce, dove però non esce acqua. Lui no, lui che era stato un calciatore ed aveva ancora quel tipo di fisico, poteva essere utile nei campi di lavoro. Li si spense piano piano e mori, nel 1944. Insieme a lui si spense anche il suo ricordo, fino a scomparire.
Il ricordo di Arpad Weisz
Il primo a domandarsi dove Weisz fosse finito è stato Enzo Biagi.
“Mi sembra si chiamasse Weisz, era molto bravo ma anche Ebreo e chissà com’è finito”.
E’ Stato però Matteo Marani a farlo tornare in vita, con il suo libro dove racconta la storia di un uomo che, ha cambiato la storia del nostro calcio, e dal nostro calcio è stato dimenticato.
“« Fatto sta che di Weisz, a sessant’anni dalla morte, si era perduta ogni traccia. Eppure aveva vinto più di tutti nella sua epoca, un’epoca gloriosa del pallone, aveva conquistato scudetti e coppe. Ben più di tecnici tanto acclamati oggi.Sarebbe immaginabile che qualcuno di loro scomparisse di colpo? A lui è successo. » (estratto dal libro di Marani).
Oggi, nel giorno della memoria, L’Inter sul proprio sito rende tributo ad un uomo ed un grande allenatore, ed anche noi ci uniamo al ricordo di Arpad Weisz. Nella vita la vera tragedia non è morire ma essere dimenticati. Oggi rendiamo omaggio ad un uomo e alla sua storia, con la speranza che, tutto quello che c’è ed esiste, e si lega al destino di quest’uomo e della sua famiglia non venga più dimenticato.