Quanto manchi Peppino Prisco, soprattutto in giorni come questi…
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1 Peppino Prisco servirebbe all’Inter ancora oggi2 Icardi3 I dirigenti4 I tifosiPeppino Prisco servirebbe all’Inter ancora oggi
“Qualche suo collega mi ha detto: ‘Lei ha servito cinque presidenti dell’Inter’. Io ho cercato di servire sempre e solo l’Inter”.
In queste ultime, frenetiche ore tornano in mente le parole dell’avvocato Peppino Prisco. Tralasciando che, oggi più che mai, in società servirebbe una figura come la sua, queste parole devono servire da monito: a dirigenti, calciatori e tifosi. Perché fra un post su Instagram, dichiarazioni che sanno di ‘resa’ sul calciomercato e malumori (più o meno) giustificati dei tifosi si sta perdendo di vista l’obiettivo di servire sempre e solo l’Inter.
Icardi
Può un post su Instagram mobilitare i principali quotidiani di informazione? A quanto pare sì. Come sempre nella vita, la colpa non risiede mai al 100% in una sola parte. Ha sbagliato Icardi a postare quella foto perché il momento è il più delicato della stagione: lui oramai segna con il contagocce, lo stesso strumento che l’Inter sta utilizzando per fare punti. Icardi deve capire che non è un semplice giocatore, ma è il simbolo di questa squadra. E quella fascia al braccio non è un’eredità da poco: l’hanno indossata Giacinto Facchetti, Giuseppe Bergomi e Javier Zanetti che, mai e poi mai, si sono sognati di mettere in difficoltà l’Inter. Non sappiamo se sia vero o meno che il Real Madrid stia spingendo forte, non sappiamo cosa dirà Wanda Nara (che poi se siamo qui ad aspettare le parole di Wanda Nara dovremmo farci tutti un bell’esame di coscienza). Sappiamo che c’è una clausola: Florentino Perez stacchi l’assegno da 106 milioni, Icardi scelga il prima possibile ma si torni a parlare del bene dell’Inter. Perché se si prosegue su questa strada, sia Icardi sia il suo entourage non faranno il bene dell’Inter. Quindi: quella è la porta. E pazienza se se ne andrà un giocatore ‘unico’: siamo sopravvissuti all’addio del più grande di tutti, che se ne andò proprio a Madrid, ce ne faremo una ragione anche per il ragazzo di Rosario.
I dirigenti
D’accordo il FairPlay, d’accordo che non si muove foglia se Suning non autorizza, d’accordo tutto. Ma che senso ha ‘far uscire’ la notizia di Pastore, agitare le acque e poi rilasciare dichiarazioni di resa? Le trattative, quelle vere, non finiscono sui giornali fino a quando non sono a un passo dalla conclusione. L’esempio irriterà qualcuno ma pazienza. Ricordatevi cosa ha fatto la Juventus con Gonzalo Higuain. Quando Marotta ha posto la firma sull’assegno da 90 milioni, l’ha presentato al Napoli con già il Sì del giocatore in tasca, la notizia è uscita, prima nessuno sapeva niente. Perché nella situazione in cui è l’Inter, anche un nome quello di Pastore – che non è un fenomeno, ricordiamolo – può emozionare ma se poi non arriva è controproducente come se si fosse trattato Harry Kane (che è un fenomeno). Mancano circa trenta ore alla fine del calciomercato: se l’Inter rimarrà così, qualcuno dovrà presentarsi davanti a microfoni e taccuini e parlare chiaro. Dire perché non si è fatto più di quanto fino ad ora si è realizzato. Perché non c’è nulla come il ‘parlare chiaro’ che fa bene quando la situazione è caotica.
I tifosi
Scrivere #Suningout non fa altro che destabilizzare l’ambiente. Non spetta a noi dire perché Suning stia tenendo questo comportamento, perché nessuno – e ribadiamo nessuno: neppure le grandi testate – ha un quadro chiaro al 100%. Quello che sappiamo è che Suning ha messo mano al portafogli, ha cercato e sta cercando di sistemare i conti di una società che non andava bene, dopo i successi dell’era di Massimo Moratti. Urlare contro i giocatori, poi, porta a niente. Non si tifano i Perisic o gli Icardi: si tifa l’Inter. E, adesso, l’Inter vive un momento di grande difficoltà. Quindi bisogna aiutare quei colori. Perché i Perisic e gli Icardi passano, ma fra cinquant’anni saremo ancora qui a gioire e piangere per il nero e il blu.
“Qualche suo collega mi ha detto: ‘Lei ha servito cinque presidenti dell’Inter’. Io ho cercato di servire sempre e solo l’Inter”. Impariamole a memoria queste parole. E mettiamole in pratica. E’ il grande insegnamento del più grande tifoso di tutti i tempi. Manchi, Peppino. Manchi troppo.