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1 Inter: passione illogica ed infantile2 E’ giusto abbandonare la passione?3 Una sola risposta, no4 San Siro domenica lo dimostrerà ancoraInter: passione illogica ed infantile
Inter: vedendo i nerazzurri ieri sera arrancare con il Crotone era impossibile non pensare agli unici veri protagonisti della serata insieme a Walter Zenga: i tifosi dell’Inter. Gente che vive da anni tra speranze e incazzature di eguali dimensioni, tra sogni e disillusioni feroci offerte sull’altare di una passione illogica ed infantile. Illogica perché per noi e per molti di loro, ad un età che ormai va oltre la maturità, sarebbe il tempo di riuscire a capire cosa merita davvero la nostra attenzione, le nostre sempre più scarse energie. Molti di noi ci provano a dire la verità ma con risultati deludenti. Infantile perché come ha detto George Bernard Shaw, “l’uomo non smette di giocare perché invecchia ma invecchia perché smette di giocare” . E i tifosi hanno proprio nella loro passione il loro gioco, un balocco con cui dilettarsi quotidianamente e allontanare da sé gli effetti malefici del tempo che passa.
E’ giusto abbandonare la passione?
Ma anche nel gioco ogni tanto uno spera di vincere, altrimenti si stufa anzitempo. Ce la stanno mettendo tutta, Spalletti ed i suoi ragazzi, per farci passare il fuoco della passione, e non è detto che con molti soggetti più deboli non ci riescano. E allora occorre andare a fondo della questione e chiedersi se è giusto che questi 23 giovanotti che guadagnano in una settimana quello che noi portiamo a casa in un anno possano spengere questa dolorosa follia che è il tifo per l’Inter.
Una sola risposta, no
La risposta è no. Si risolve qualcosa continuando a dire che non sono degni del nostro tifo? No. Loro passano, certo che passano, prima o poi passano tutti. E’ passato Ronaldo, figuriamoci se non passeranno Candreva, Dalbert e Gagliardini. L’Inter invece rimane, oltre loro, nonostante loro. No perché l’illogicità e l’infantilità della nostra passione per il nero e l’azzurro sono troppo più forti e più belle del loro menefreghismo, della loro apatia, paura, farsela sotto alla prima difficoltà, chiamatela come vi pare. No perché nel nostro Pantheon ci sono persone come Beppino Prisco e Giacinto Facchetti che ci hanno insegnato che essere interisti è un onore che va meritato anche passando per momenti come questi.
San Siro domenica lo dimostrerà ancora
Ci stanno facendo passare l’ottavo anno d’inferno, rosi da recriminazioni e polemiche. Ma domenica prossima con il Bologna San Siro sarà ancora pieno per sospingerli a fare quello che devono, fino alla fine del campionato.
Ed è giusto che sia così. Il nostro scudetto, il quarto posto, nonostante tutto è ancora lì a portata di mano. I tifosi sanno qual è il loro dovere e statene certi che lo faranno fino in fondo. Lo facciano anche questi strapagati indolenti che vestono questa maglia piena di storia e di orgoglio. E poi a fine campionato ognuno per la propria strada.