Conte-Inter, è iniziata la telenovela fra il tecnico e i neroazzurri
Conte-Inter, ci risiamo
“Il Barcellona ci dirà la verità (forse) sul futuro di Antonio Conte sulla scomodissima (oramai) panchina del Chelsea… Conte ha dimostrato alla Juve e al Chelsea che le grandi sfide lo attraggono, non ha paura di partire dal basso. E la sua voglia di osare tiene tutti sulle spine”. Così Carlo Laudisa ha scritto, questa mattina (mercoledì 7 febbraio), nella sua analisi su La Gazzetta dello Sport. Il tecnico salentino è ancora sulla panchina del Chelsea, nonostante le due sconfitte consecutive con Bournemouth e Watford, perché è il Chelsea a non avere una valida alternativa all’allenatore italiano. Però, l’imminente ritorno della Champions League potrebbe accelerare il ricco (per Conte) divorzio e rimettere l’ex commissario tecnico dell’Italia sul mercato.
Nei giorni in cui (anche per colpa sua) Luciano Spalletti è finito “sotto assedio” per mano di una certa parte di stampa, è inevitabile porsi qualche domanda. Ed è cosa buona e giusta monitorare, fin da subito, proprio il futuro di Antonio Conte. Perché se è vero che siamo solo a febbraio, è altrettanto vero che, molto prima che poi, il nome del tecnico salentino sarà accostato all’Inter.
Intanto torniamo al presente.
Luciano Spalletti, specie in campo, sembra aver perso un po’ la bussola e solo il “passo da lumaca” di Lazio e Roma tiene i nerazzurri in corsa per un posto in Champions. Dopo il sontuoso 5 a 0 contro il Chievo, il tecnico di Certaldo ha infatti commesso una serie di errori che in pochi si sarebbero aspettati. Ad esempio: insistere su un gioco che la Juventus ha sterilizzato e spiegato come sterilizzare. E poi. Insistere su giocatori che, probabilmente, pensano già al Mondiale. Uno su tutti: Perisic. Il croato visto contro il Crotone, ma non solo contro il Crotone, è la brutta copia di quello di inizio stagione. Perché, dunque, insistere? E infine. Se si vuole “giocare” con la stampa, bisogna conoscere tutte le regole (scritte e non) che questo “pericoloso” passatempo si porta dietro.
Storicamente l’Inter ha vinto con due allenatori che pensavano a tutto: dagli allenamenti ai pasti, dai centimetri dell’erba di Appiano Gentile fino, appunto, ai rapporti con la stampa. Due allenatori con “personalità da vendere” che non si sono mai fatti intimorire né dai giornalisti, né dagli “uomini spogliatoio”. Due allenatori che non si facevano problemi a ricorrere alle “panchine punitive”. In tempi diversi, ma con identici risultati, Helenio Herrera e José Mourinho hanno elencato le qualità che, più di altre, portano a sopravvivere e vincere nel mondo Inter. De Boer non si era fatto problemi a mettere in panchina Perisic e sostituire Kondogbia, ma De Boer stava al calcio italiano (purtroppo) come un irlandese il giorno di San Patrizio sta al concetto di sobrietà. Spalletti fino a quando le cose andavano alla grande, era perfetto. Qualcosa si è rotto dopo la frase: “Per lo Scudetto ci siamo anche noi…”. Su quest’aspetto dobbiamo dare ragione a Paolo Di Canio. La partita di domenica contro il Bologna potrebbe essere il primo antidoto a un veleno che, oramai da due mesi, sta spegnendo l’Inter. La stagione è ancora lunga. E le somme, come sempre, andranno tirate alla fine.
Però…
Attenzione a quello che succederà a Londra già nei prossimi giorni. Perché a Londra, sponda blues, siede un allenatore che sarà sicuramente accostato all’Inter da molti giornalisti. E, alla fine, il suo accostamento non è così male. Anzi.
Matteo Gardelli