Spalletti usa l’ironia
Nella conferenza stampa pre gara, mister Spalletti è tornato sul polverone alzato in settimana dal Corriere della Sera con le parole che il tecnico nerazzurro avrebbe detto nella chiacchierata con i tifosi dopo Inter Roma.
Come era facile prevedere Spalletti non ha alzato i toni della polemica con il giornalista Nerozzi. In due battute ha preferito buttarla sull’ironia, prima e dopo la ricostruzione sul contesto dell’incontro e sulla reale portata dei suoi concetti. “Vi ho visti poco pronti, innanzitutto, un po’ come l’Inter. Vi è capitata la palla giusta e poi vi ha anticipato un collega di Torino. Facendo la cronaca, si è sentito un po’ sacrificato e ha provato a fare lo scoop. Secondo me lo ha fatto per mettersi alla pari con le grandi penne. Ma non sarà facile perché le grandi penne si fanno condurre da cuore e verità. In questo pezzo ne trovo poco. Una cosa mi interessa, la chiarisco senza che me lo chiediate: è un articolo dove troppe cose, quasi tutte, non vanno bene.”
“L’erede di Gianni Brera”
E dopo aver ricostruito l’incontro con i tifosi e la lunga chiacchierata fatta con loro, Spalletti ha chiuso la vicenda con una ironia ancor più evidente. “Se volete certe cose le rimettiamo a posto, perché sono state messe in modo un po’ disordinato. Per cui stiamo zitti il più possibile e lasciamo lavorare in tranquillità il Nerozzi, che forse abbiamo trovato l’erede di Gianni Brera”. Bene ha fatto il mister a non rinfocolare ulteriormente la polemica. Ha riportato con lucidità il suo pensiero sul momento dell’Inter e sullo scambio di battute con i tifosi, precisandone i contorni. E per quanto riguarda il giornalista del Corsera che aveva realizzato lo “scoop” solo sorrisi ironici e un po’ di veleno. Il minimo che ci potesse attendere dopo il vespaio sollevato dall’articolo del Corriere della Sera.
Come diceva Mao Tse Tung “colpirne uno per educarne cento“. Il prossimo giornalista che dovesse trovare Spalletti vicino ad un ristorante in un dopo gara starà di sicuro più attento.