Brozovic: un gesto che San Siro non perdonerà facilmente

Brozovic e il suo applauso come la maglia gettata da Balotelli

Eravamo stati facili profeti nei giorni scorsi ad accostare la vicenda in nerazzurro di Brozovic a quella di Balotelli.
Oggi Marcelo ha voluto confermare questa impressione, mettendoci un carico da undici. Quell’applauso ironico, quasi irridente nei confronti del pubblico che lo fischiava al momento della sostituzione ha riportato indietro le lancette dei tifosi di 8 anni, a quella serata indimenticabile del 20 aprile 2010. L’Inter di Mourinho aveva appena schiantato il Barca di Pep Guardiola, era la serata del trionfo più esaltante. Eppure Balotelli riuscì a far scendere un’ombra su quella magia. Quella maglia gettata in maniera plateale, volgare, mentre i tifosi lo rimproveravano per il suo atteggiamento troppo “morbido” quando la lotta in campo con i blaugrana era infuocata, segnò uno spartiacque nella sua carriera. Prima c’era il Mario cui tutti i tifosi erano attaccati in maniera viscerale avendolo visto crescere, eccome, davanti a loro. Dopo quel gesto ci fu il traditore, quello che aveva oltraggiato quanto di più sacro ci sia per un tifoso. E per di più in una serata così particolare.

Una sfida alla gente

Brozovic oggi è riuscito nell’impresa di compiere qualcosa di simile. San Siro ha visto quell’applauso, troppo evidente per non essere notato. L’applauso di Brozovic ai tifosi non è stato un gesto dovuto all’amarezza di aver giocato un’ altra partita ben al di sotto delle proprie possibilità. San Siro sa cogliere gli stati d’animo dei giocatori. Se così fosse stato probabilmente sarebbe partito anche qualche timido applauso di incoraggiamento. E’ stato invece un gesto di sfida a chi lo contestava, una provocazione anche nella gestualità, un applauso a mani alte, lungo, girandosi verso tutti i settori dello stadio proprio per far capire che la sua sfida era diretta a tutti. Una reazione assurda per un professionista che dovrebbe baciare la terra pestata dai tifosi. Ci volle poco anni fa per capire che quella maglia offesa segnava la fine della carriera di SuperMario in nerazzurro. Con il gesto di oggi, Brozovic rischia di essersi scavato anch’egli la fossa sotto i piedi. Dispiace, ma chi è causa del suo mal pianga sé stesso.