Karamoh riaccende la luce contro la sfortuna… Dove eravamo rimasti?
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1 Karamoh determinante2 Brozovic, l’altra faccia della medaglia3 Rafinha, profumo di eccellenza assoluta4 Perisic segnali di risveglioKaramoh determinante
Ci sono voluti due mesi di sofferenze per vedere una novità in campo. Forse questo può essere l’unico appunto da fare a Spalletti. La novità oggi è stata Karamoh ed il francesino ha ripagato la fiducia del del mister con moneta sonante. Il gol decisivo ed una prova più che buona, fatta di continue accelerazioni, tentativi di saltare l’uomo in velocità, scambi nello stretto spesso esaltanti. Insomma uno che è riuscito, dopo tanto, ad attaccare la profondità in maniera adeguata. Ha messo lo zampino anche nel primo gol con la palla in profondità per Brozovic che l’ha rimessa in area per il tocco in rete di Eder e Mirante gli ha impedito la doppietta con un intervento alla disperata. Quando è uscito San Siro lo ha consacrato con l’ovazione che si riserva ai grandi. Ecco, se Karamoh è l’aspetto luccicante della giornata odierna, quello che tenta di spazzare la polvere degli ultimi due mesi dalle spalle della squadra, Brozovic rappresenta il volto di chi ancora non ha capito.
Brozovic, l’altra faccia della medaglia
Dopo l’assist per il gol di Eder solo un buon inserimento su un cross di Cancelo per un colpo di testa che poteva avere miglior fortuna. Poi chiuso, black out totale, per mandare in scena la solita rappresentazione di quello che l’Inter non deve fare in questo momento di convalescenza. I soliti errori banali, la palla toccata troppe volte per la gioia degli avversari che gli saltano addosso come il cane alla preda, e per finire al momento della sostituzione l’applauso più che ironico, ai limiti dell’offensivo al pubblico di San Siro che manifestava il suo disappunto per la prova del croato. Marcelo non ha capito che la gente ha tutto il diritto di fischiarlo finchè gioca così. E’lui che non ha il diritto di propinargli altre performance di questo genere, dunque se la gente fischia in panca, muto, e magari si chieda come e perché è riuscito a creare questa situazione. “Non buttare via il tempo o il tempo butterà via te” era l’auspicio rivolto al croato ieri da queste pagine ma evidentemente il concetto non è stato recepito.
Rafinha, profumo di eccellenza assoluta
I tifosi se ne faranno una ragione, specialmente dopo aver visto la sontuosa mezz’ora di Rafinha. Le sue giocate profumano di talento, di lucidità, di voglia di conquistarsi la stima dei compagni e l’affetto del pubblico. Quando sarà fisicamente in grado di reggere l’intero arco della partita ci sarà di divertirsi. Karamoh ha scacciato non solo la polvere ma anche la sfortuna. Alla faccia della conta dei pali che i giornalisti ci sputavano in faccia qualche mese fa, come definire la svirgolata di Miranda? E come appellare la doppia traversa di D’Ambrosio-Skriniar all’inizio della ripresa? La buona sorte bisogna sapersela conquistare, anche con l’impegno grigio e apparentemente mal finalizzato come quello odierno di Perisic.
Perisic segnali di risveglio
Le occasioni le ha avute e le ha sbagliate. Ma per lo meno oggi è stato presente nella zona nevralgica dell’area con una intensità ben diversa da quella delle ultime prove. Si deve giudicare la sua prova dalle occasioni fallite? Liberissimi di farlo, ma sarebbe una lettura parziale. Perisic ha corso, si è proposto, ha cercato i compagni, lo ha fatto soprattutto dopo l’incidente alla spalla. Si vedeva che doveva uscire. La generosità di quei minuti giocati, e nemmeno male, in condizioni menomate devono rappresentare il trampolino per ritrovare il giocatore devastante che abbiamo conosciuto nella prima parte della stagione. I tre punti sono finalmente arrivati, il terzo posto è nostro. Come disse il compianto Enzo Tortora in una trasmissione memorabile “dove eravamo rimasti?…”