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1 Brozovic: un gesto sbagliato2 L’omaggio a Palacio3 Il Meazza sa distinguere4 Riconoscenza e affetto, Brozovic è ancora in tempoBrozovic: un gesto sbagliato
L’applauso rivolto da Brozovic al pubblico di San Siro che lo contestava al momento della sostituzione ha sollevato i prevedibili commenti nel mondo del tifo nerazzurro. Pochissimi in verità quelli “benevoli” verso il croato. La quasi totalità invece è di persone indignate per il gesto del giocatore. Possiamo anche capire che il ragazzo sia stato preso da un momento di nervosismo sentendosi piombare sulle spalle quella salva di fischi.
Ma il suo dovere di professionista doveva portarlo in panchina, muto come un pesce, a riflettere sul perché di quella reazione dei tifosi.
L’omaggio a Palacio
Ed a riflettere anche sul perché un giocatore della squadra avversario come Rodrigo Palacio abbia invece ricevuto da tutto lo stadio un tributo di affetto e ringraziamento generalizzato e sincero. Non vogliamo andare oltre, potremmo citare l’omaggio incredibile riservato dal Meazza a Walter Zenga non più tardi di pochi giorni fa. Si faccia questa domanda Brozovic, la risposta la troverà con estrema facilità. San Siro non è un covo di contestatori di mestiere, non è un ambiente nel quale la gente sfoga un malessere a prescindere. Al contrario, il Meazza nerazzurro è una platea di gente che ha conosciuto nei decenni campioni meravigliosi ed indimenticabili ma anche comparse di terza fila del calcio nostrano ed europeo.
Il Meazza sa distinguere
Nessuno è mai uscito dal campo tra i fischi della gente se ha sudato sangue, se ha buttato il cuore oltre l’ostacolo per quella maglia, si sia chiamato Ronaldo o Medel. San Siro sa riconoscere chi gioca con l’anima tinta di nerazzurro e chi invece considera quel palcoscenico come un semplice momento di passaggio. Chi dà tutto su quel campo, per quei colori, tutto riceve da quella gente. E lo riceve mentre veste quella maglia e quando vi ritorna da avversario.
Riconoscenza e affetto, Brozovic è ancora in tempo
Si chiama riconoscenza, per quello che si dà o per quello che si dato anni prima.
E si chiama affetto indelebile per ragazzi cui la natura ha dato talenti diversi, più o meno evidenti, ma che quei talenti li hanno messi tutti a disposizione dell’Inter insieme all’ultima stilla di sudore.
Il pubblico pagante ha tutto il diritto di manifestare la propria insoddisfazione, in maniera sempre civile intendiamoci, nei confronti dei giocatori. Loro no, non hanno un eguale possibilità verso i tifosi. E’ il ruolo diverso che comporta questa limitazione, è lo stipendio percepito. In poche parole è il “sistema calcio” che impone questa regola, fin da quando un pallone ha iniziato a rotolare in un campo verde in mezzo a migliaia di spettatori. Si faccia queste domande, Brozovic, e si dia queste risposte. E vedrà che riconquistare l’affetto dei tifosi è più facile di quel possa sembrare in questo momento.