(ID) Rupertgraphic racconta la storia della maglia dei 110 anni dell’Inter

Intervista esclusiva a Rupertgraphic

Il famoso grafico Alberto Mariani, noto come Rupertgraphic, risponde alle nostre domande. In questa intervista l’argomento caldo è la maglia dell’Inter, in particolare quella celebrativa dei 110 anni.

Per rompere il ghiaccio, una domanda semplice: ci spiega il suo lavoro?

Se parliamo di Inter, è nata davvero una necessità fare dei concept kit. Motivo? L’insoddisfazione di base per le maglie degli ultimi anni e la voglia di vedere qualcosa di nuovo e rispettoso. Da ragazzino mi piaceva disegnare le maglie dell’inter e fare i collage con le foto dei calciatori. Qualcosa di quel gioco mi è rimasto dentro. Dopodiché, tra gli studi di costume teatrale e gli anni di lavoro nella moda, ho preso questa forma attuale. Quindi, oltre al mio lavoro di grafico – art director e qualche consulenza per i brand sportivi – porto avanti questo hobby, che mi rilassa e mi tiene in allenamento.

Come giudica il passaggio da Umbro a Nike?

Umbro in quegli anni era il top. Era un’altra epoca: c’erano maglie jacquard, abbondanti. Una cosa è certa: erano tutte molto attente all’identità del club, nonostante qualche esperimento (maglia rossa e maglia verde). Il cambio di Brand è coinciso anche con un cambio di mentalità sul prodotto maglie da calcio, Nike arrivò a traino di Ronaldo e si stava allargando all’interno del calcio cambiando forme e materiali della maglie. I primi anni della multinazionale americana non mi esaltarono, il segmento migliore rimane 2005-2012… Casualmente stagioni con trofei o buoni piazzamenti. Nike, al momento, è la numero 1 in tecnologia, ma in caratterizzazione “latita”. L’ultima maglia di Umbro rimane, a mio parere, un capolavoro. Strisce regolari, stemma centrale, strisce nere con la scritta Fc Internazionale1908 in grigio e strisce azzurre con lo stemma in blu in overlay, pregna di identità, bella da lontano, stupenda da vicino.

La maglia del centenario, secondo la maggioranza dei tifosi, è una delle più azzeccate. E anche la vicenda dell’errore sulle scritte ha reso la maglia ancora più storica. Che ne pensa?

La vicenda a dell’errore fu davvero rocambolesca. Oserei dire: miele per i collezionisti, ma stucchevole dal punto di vista progettuale. Esteticamente è una maglia bellissima, iconica e aulica nella sua semplicità. A livello storico, in realtà, la maglia del 1928 rappresenta un’epoca dove l’identità dell’Inter fu soffocata dagli eventi storici e politici dell’epoca (il regime la fusione con la Us Milanese…). Non è proprio la maglia della fondazione, però devo dire che la scelta, seppur rischiosa, fu azzeccata. Tutto il progetto con cofanetto, le due maglie, lo stemma particolare fu qualcosa di sensazionale, respiravi l’amore per la squadra, la volontà di celebrarla, in questo Moratti rimarrà sicuramente il numero 1.

Maglia con errori.                                      Maglia con dicitura corretta.

Per i 105 anni della squadra è stata applicata soltanto una patch, per i 110 quali aspettative ci sono?

Personalmente, la mia aspettativa è, era altissima. Maglia, cofanetto, libro di tutto di più…ma sono un sognatore. Tutto lascia pensare che ci sarà una patch per il match contro il Napoli e magari una vendita straordinaria, come fatto per la maglie dei 109 anni. Di solito escono delle anticipazioni in merito, com’è stato recentemente per Everton, Juve, Spal… Ma sull’inter non trapela nulla, deduco che una maglia completamente dedicata ai 110 anni alla fine non ci sarà, salvo sorprese. Mi sarei aspettato, già ad inizio stagione, una maglia home con dei richiami ai 110 anni, invece ci sono le strisce irregolari…

Le maglie celebrative per molte squadre è stata anche una questione di marketing, vendevano cofanetti numerati, come mai l’Inter non applica questa strategia?

In questo periodo c’è un grande fascino del prodotto celebrativo. Ci sono club che festeggiano qualsiasi cosa pur di fare gadget o maglie particolari. A seconda delle proporzioni, non ho idea di quanto sia il vero guadagno a livello economico, ma di sicuro a livello di immagine e comunicazione un ritorno c’è. Abbiamo potuto vedere che le strategie legate alle maglie celebrative sono molteplici. Ci sono state serie da 2000 pezzi, 24 pezzi messi all’asta per la Spal, 300 con cofanetto per la Samp, produzione di massa a prezzo accessibile per l’Everton. Le modalità ci sono, anche per i budget ridotti. Sono sincero, nel caso l’inter non facesse nulla, sarebbe una delusione, un’occasione persa per fare cultura e celebrare la proprio storia. Apprezzo che il club abbia investito in tante altre iniziative per celebrare i 110 anni (le storie di inter110 – Inter wall), però una maglia resta per sempre, viaggia il mondo, viaggia attraverso le epoche ed è ancora il mezzo più forte per comunicare un club e poi, facendo due conti, la prossima occasione è tra 10 anni. Va detto che se distinguiamo maglie celebrative da maglie repliche vintage, possiamo dire che l’Inter invece si sta muovendo bene con Copa rispondendo alle esigenze di tanti tifosi con delle maglie del passato, certo sarebbe bello averle top anche nel presente.

Pensa che le società debbano ascoltare più i tifosi riguardo alcune scelte?

Non sono del partito che sostiene la ‘tifocrazia’ ad ogni costo, tifosi che fanno il mercato, le maglie, le strategie ecc. Ognuno fa il suo mestiere ma è importante che ci sia rispetto delle deleghe e fiducia. Mi spiego meglio: Io tifoso affido a te club, a te Brand il compito di fare una maglia moderna, tecnologica ma che mi rappresenti, tu non mi devi tradire facendo colori assurdi, maglie standard, maglie senza continuità con la storia, maglie banali buttate lì uguali per altre 10 squadre.

Quello he posso dire è che questo rapporto di fiducia tra i tifosi e chi fa le maglie è fatto di distanza e diffidenza, la sensazione è che i grandi brand spesso vadano per la propria strada senza minimamente prender e in considerazione le sensazioni dei tifosi, forse dalla loro parte hanno dei numeri che gli danno ragione, di sicuro per noi non è come la metà degli anni 2000.

Aggiungo che i modi e le iniziative per coinvolgere i tifosi ci sono e funzionano, forse è arrivato il momento che anche l’Inter, coma altri club, ci provi.

Personalmente, la maglia prodotta più recentemente e più attinente alla storia dell’Inter ed allo stesso tempo moderna, è quella del biscione post triplete, tra l’altro molto discussa, secondo lei bisogna attingere di più alla storia, stando comunque al passo con i tempi?

Concordo, e ti rispondo che per me è un ottimo esempio di follia controllata. Una scelta forte ma adatta a quella stagione di pancia piena, ma soprattutto una maglia unica, solo nostra.

Io non credo che si debba sempre pescare dal passato in toto, io credo che ci debba essere sempre un giusto mix tra la storia ed il presente.

Sono uscite alcune immagine della futura maglia nerazzurra. Prime impressioni?

Abbastanza positive. Sulla re-introduzione della pelle di biscione nelle maglie (fatto più di un concept con questi elementi) quindi devo dire che, avendo queste caratteristiche, come concetto mi piacciono. A livello estetico la scelta del motivo geometrico mi ricorda molto la maglia del home del 2011. Di scuro la prossima stagione avremo una maglie meno piatte.