Rafinha: parlavano di un convalescente, è già un valore aggiunto
Rafinha, due spezzoni di partita sono sufficienti
Rafinha è arrivato a Milano nel mercato di gennaio con l’ombra dell’infortunio che a Barcellona l’ha tenuto fermo per diversi mesi. Qualcuno tra i tifosi e gli addetti ai lavori più ricchi di ironia sosteneva che sarebbe costato all’Inter più di cure che di ingaggio. Dopo i primi due spezzoni di partita, soprattutto quello con il Bologna, i sorrisi sono scomparsi, lasciando il posto a sorprendenti parole di meraviglia, come se il ragazzo fosse alle prime partite in uno scenario importante. La mezz’ora di ieri ha regalato al pubblico di San Siro scambi nello stretto come quello che ha messo in grado Karamoh di andare in gol, giocate in profondità come il filtrante per lo stesso francesino cui solo l’uscita disperata di Mirante ha negato la doppietta. Ma anche aperture e geometrie precise e qualche bella rincorsa sugli avversari per andare a riprendersi un pallone con cui far ripartire l’azione.
Altro che scommessa al buio
Un repertorio da leccarsi i baffi, anche se il convento passasse qualcosa di meglio di quello visto al Meazza negli ultimi due mesi. Sabatini e Ausilio conoscevano bene la situazione di Rafinha, sia dal punto di vista clinico che di inserimento nella rosa del Barca. Andare a pescare giocatori in via di guarigione dopo lunghi stop può essere davvero un’avventura pericolosa. L’Inter è avvezza a questi colpi di genio, basti ricordare un certo Maicon. E dunque chi ha parlato di scommesse al buio oggi è già sulla strada di Canossa con il capo cosparso di cenere. Concetti ben sintetizzati da Fabrizio Biasin, che in un post ha disegnato questo quadretto: “Quando passano dal dirti “è un giocatore rotto!” a “tanto a giugno torna a Barcellona!” significa che, forse, Rafinha in prestito a zero non è stato proprio un brutto affare”.