Inter: Pandev distrugge il fantasma della squadra che fu
Inter: niente di banale
Inter: non c’è quasi niente di banale nell’Inter, neanche quest’anno.
Il primo tempo di stasera stava confermando che quello di domenica scorsa con il Bologna era un brodino caldo e niente di più. Lo 0-0 su cui si stava aspettando il fischio dell’intervallo era figlio della solita partita senza infamia e senza lode. Ma almeno lasciava intatta una speranza di vedere qualcosa di meglio nella ripresa. Un tiraccio di Candreva dal limite ribattuto da Perin e una palla malamente svirgolata da Karamoh meritevole di miglior fortuna erano stati gli unici due lampi di un primo tempo con mille sfumature di grigio. Il brivido più intenso ce lo aveva regalato non un attaccante ma Handanovic. Una dormita colossale su un cross docile dalla tre quarti genoana che lui pensava di prendere facilmente. Poi no, meglio aspettare, poi la prendo, non la prendo, e poi l’ha presa dopo che la sfera l’ha superato, ha colpito la traversa e per poco non finisce in rete rimbalzandogli addosso.
Serataccia di Handanovic
Poteva finire così? Neanche per scherzo. Quando le cose devono andar male, se possono vanno peggio. E allora ecco l’incredibile flipper tra Skriniar e Ranocchia, con le maggiori colpe anche stavolta di Handanovic piantato in porta anziché fare due passi e prendere la palla. Di solito un autogol è un colpo di sfortuna di un giocatore, L’Inter stasera è riuscita ad utilizzarne due/tre per farsi un gol dieci secondi prima del fischio di metà gara. Il resto non merita commento, anche perché c’è ben poco da commentare del secondo tempo. Il raddoppio di Pandev è stata la logica conclusione dell’ennesima serata nata male e finita peggio. La poca qualità del centrocampo sommata ad una fisicità ormai lontano ricorso dell’autunno scorso hanno permesso al Genoa il figurone di fronte al proprio pubblico.
Inutile commentare le prove dei singoli in serate come questa. Solo un cenno di solidarietà a Rafinha, che è entrato nella ripresa e probabilmente starà già chiedendosi cosa è venuto a fare a Milano.
Pandev, una lezione di calcio
L’unico giocatore che merita un commento è Goran Pandev. Con il solito indomito triangolino di capelli portato in giro per il campo a 34 anni suonati, ha dimostrato che la classe e la garra non hanno età. Ha corso come un ventenne, ha fatto a sportellate come un corazziere, ha segnato come ha sempre fatto, specie quando si trova davanti la sua squadra del Triplete. La differenza di incisività tra le sue giocate e quelle del quasi coetaneo Borja Valero o del ben più giovane Gagliardini fotografano impietosamente il periodo dell’Inter e di questi giocatori.
Onore a Goran Pandev, onore a questo Genoa. La situazione dell’Inter è tutta nelle parole di Spalletti ieri in conferenza stampa. Parlare di calcio giocato sembra davvero inutile.