Non avremmo mai pensato di dover scrivere un pezzo come questo, ma le ragioni per farlo ci sono tutte. Javier che mangia il gelato in tribuna nell’intervallo ci ha fatto tornare in mente il Comandante Schettino che non capisce cosa sta succedendo sulla Concordia che sta affondando. Non c’è niente di offensivo nel gesto di una coppetta mangiata in fretta. Ma è il quadro generale all’interno del quale si pone quel fior di latte che ha colpito i tifosi nerazzurri.
Il gelato è un qualcosa che richiama alla mente di per sè un momento di serenità, di relax, due minuti di piacere che ognuno di noi si concede quasi come un piccolo premio tra un impegno ed un altro. In quel momento della serata di ieri non c’era niente che potesse/dovesse far pensare al relax, alla serenità, anzi tutt’altro.
Almeno per i tifosi, troppo stridente quell’immagine di “spensieratezza” se raffrontata all’orrenda prova della squadra nei primi 45 minuti e di fronte alle responsabilità di chi stava compiendo quel gesto apparentemente innocuo. Ecco il punto. Zanetti non doveva essere lì, in quel momento e tantomeno doveva essere lì a mangiarsi tranquillamente il suo gelato. Dopo un primo tempo come quello giocato a Marassi, il Vice Presidente doveva essere negli spogliatoi a mangiarsi non un sorbetto ma i giocatori, uno per uno, affrontando di brutto muso la prova di ciascuno per dare una svegliata ad un gruppo intontito dall’incredibile autogol di Ranocchia.
Quel gelato di Zanetti è diventato forse ingiustamente ma in maniera automatica, il simbolo del disimpegno della società, o di una parte di essa, nei confronti della squadra. E nell’immaginario collettivo del tifo nerazzurro quel gelato di Zanetti è diventato uno sberleffo, uno schiaffo in pieno volto a milioni di tifosi. E’ una esagerazione? Forse si. Ma si sa, nel tifo accalorato e appassionato tutto è amplificato in maniera quasi infantile. E’ l’amore per il nerazzurro che porta a questo stato d’animo. E Zanetti che in campo ha vissuto mille battaglie non può non saperlo.
Ora Zanetti non è più in campo. Sta dietro una scrivania prestigiosa, con uno stipendio (ci immaginiamo) altrettanto importante. Molti ancora devono capire il suo ruolo effettivo. Non sarebbe male se Zanetti dicesse due parole per conto della società. Due parole a proposito di quel gelato, due parole sulle affermazioni di Spalletti in conferenza stampa a proposito della dirigenza che rema contro. Dica due parole Zanetti, possibilmente non banali come di solito accade ai dirigenti davanti ai microfoni. Dica due parole Zanetti, dopo tanto amore ricevuto dai tifosi, oggi gliele deve proprio.