L’attaccante dell’Inter e della Nazionale si racconta
Nella puntata odierna di Drive Inter, ai microfoni della tv ufficiale del club nerazzurro, il protagonista è stato Eder. Tanti gli argomenti trattati dall’attaccante classe ’86.
Soprannomi: “Non ne ho di particolari. Come mi chiamano in allenamento? Martins, Eddie, come capita”.
Passione Cucina: “Quando sono arrivato in Italia per non sbagliare prendevo sempre la carbonara. A Frosinone ho trovato un posto in cui la facevano molto bene ed è diventato il mio piatto preferito. Purtroppo non posso mangiarla sempre, la mangio ogni tanto. Faccio la carbonara alla Eder”.
Gli inizi: “Ho iniziato nel futsal quando avevo 5 anni. Avevo uno zio che allenava a calcio a 5 e mi piaceva tanto. Non volevo neanche giocare nel calcio a 11, ma io fino ai 12 ho giocato a 5. Dicevo che non mi piaceva. Un allenatore mi ha convinto, vicino alla mia città c’era una squadra e sono andato lì. E’ iniziato tutto ed è stato molto veloce”.
Avventura all’Empoli: “Ho scelto i toscani perché mi avevano detto che andavo in prima squadra, mi davano più opportunità. Mi ha fatto crescere e storicamente ha prodotto tanti giocatori. Devo ringraziarli, mi hanno dato tempo. Mi davano sempre in prestito, non mi volevano mai vendere”.
L’Italia: “Mi sono trovato bene, la cultura italiana è simile a quella brasiliana. In Italia mangi bene, vivi bene. Avevo nostalgia della famiglia, ero qui senza nessuno. A Lecce a sedici anni vivevo da solo”.
Social e Tifosi: “Non è che li seguo più di tanto, Instagram un po’ di più. Non è che pubblico tanto. I social creano un rapporto anche con i tifosi. Ci sono quelli che ti scrivono il loro pensiero, nel calcio tu non puoi fare contenti tutti. Chi ti scrive male, chi bene. Fa piacere questo contatto con i tifosi”.
2018 difficile: “Sono contento di come è iniziato il 2018. Non giocavo all’inizio, non è facile. Ma mi sono sempre allenato per farmi trovare pronto. La forza? A volte oggi un giovane ha subito opportunità belle e non ne approfitta. Chi ha fatto i sacrifici che ho fatto io e che è arrivato all’Inter che è una grande squadra con tantissimi tifosi, non può lamentarsi. Anche se ci sono momenti difficili devi allenarti bene, è il mio lavoro. Al di là del fatto che non ho giocato sempre. A volte, non dico bugie, non ero contento di non giocare. Ma non mi sono mai buttato giù e mi sono sempre allenato al 100%”.
Beneficenza e aste “Lo faccio volentieri, quando mi mandano le foto dei posti dove aiutano i bimbi mi fa grande piacere”.
Eder, nome: “E’ il nome di un ex calciatore brasiliano, lui giocava nel Vasco de Gama e mio papà era un suo tifoso. Mi regalavano sempre palloni a Natale e Pasqua. Sono felice di portare il suo nome e di essere riuscito a fare il calciatore”.
Idoli: “Messi, Cristiano e Neymar sono i tre fuori categoria. I numeri che hanno loro sono impressionanti. Neymar che è più giovane, Cristiano che batte ogni record e Messi non ne parliamo neanche. A volte pensano che sia facile, ma sono giocatori che fanno 70 partite all’anno: è tosta. Sono esempi da seguire. Sono quelli che nel calcio di oggi fanno impressione. Quando ero bambino mi piaceva Ronaldo, l’idolo un po’ di tutti. Era quello che mi faceva sognare. Anche Ronaldinho. Ma Ronaldo era una cosa incredibile. Quando ero all’Empoli sono venuto a giocare a San Siro nel 2007. Ero in panchina che lo guardavo, vederlo giocare era veramente bello”.
Nazionale, perchè l’Italia? “L’ho fatto perché 15 anni ho vissuto in Brasile e 15 qui in Italia. I miei nonni mi parlavano in italiano. A volte il destino è incredibile. Calcisticamente sono cresciuto qui. A una chiamata così per una nazionale così importante non si può dire di no. Non ho mai avuto dubbi. Mi sento italiano. La mia famiglia, mio figlio è cresciuto qui”.
Spalletti ha detto,“Eder vale tre calciatori perché fa tre ruoli perfetti, è un giocatore da Inter”: “Ha esagerato un po’, forse mi vuole bene (ride). Mi ha dato lì davanti una posizione in cui posso rendere di più, posso giocare di punta o più spostato a sinistra”.
Musica e Viaggi: “Bob Marley è il mio cantante preferito. Mi piace tanto anche Luciano Ligabue. Andrei anche in viaggio con Bob Marley. Mi piace per la sua semplicità, lui è stato molto famoso ma ha mantenuto sempre il suo modo di essere. Magari gli avrei chiesto quello. Avrei parlato anche di calcio, magari”.
(Fonte: Inter TV)