Indice dei contenuti
1 Inter: esaltata la legge di Murphy2 E’ il Benevento, non il Barca3 Una montagna psicologica4 Pordenone e Benevento, tappe incredibili ma vereInter: esaltata la legge di Murphy
L’Inter di questi ultimi mesi può ben rappresentare lo spot più azzeccato della famosa legge di Murphy secondo cui se una cosa può andar male andrà male di certo.
I nerazzurri sono stati capaci addirittura di evolverla nel senso che tutto può andar male e anche contemporaneamente. Come spiegare altrimenti il mix micidiale di questi giorni tra risultati negativi, infortuni, dichiarazioni di agenti, interviste notturne davanti al ristorante?
E per non farsi mancare niente, i nostri eroi sono stati pure capaci di applicare la legge dell’ingegnere statunitense nella sua versione più complessa, secondo la quale chi ben comincia è a metà dell’opera che però è destinata a finire male. Sulle responsabilità sono già stati versati fiumi d’inchiostro, ma la fotografia del campionato dell’Inter fino ad oggi è tutto qui.
Fino ad oggi però. Perché come Murphy alla fine riuscì a portare a termine positivamente i suoi esperimenti anche per l’Inter le cose dovranno necessariamente cambiare.
E’ il Benevento, non il Barca
Perché ciò succeda, dovrà cambiare anche l’umore del tifoso interista. Pronto a macinare km per essere a San Siro carico di entusiasmo insieme ed altri 60 mila fino a poche settimane fa ed ora in preda a quella sensazione di pessimismo cosmico che Woody Allen riassunse magistralmente “ ho pure smesso di fumare, vivrò una settimana in più e quella settimana pioverà a dirotto”.
Tra i due stati d’animo c’è la strada mediana del realismo, concetto difficile per ogni tifoso, ma che prima o poi dovremo tutti assimilare.
Dovrà cambiare perché domani arriva il Benevento, non il Barcellona.
Tutto il rispetto di questo mondo per i sanniti, specialmente in questo momento in cui l’Inter ha paura della sua ombra, ma il Benevento non potrà essere un altro Everest.
Una montagna psicologica
“Il nostro avversario è la vittoria” ha detto Spalletti in conferenza stampa. Concetto arduo da mandar giù, sia perché di solito la vittoria è amica delle squadre che si ritengono grandi, sia perché segnala inesorabilmente la montagna psicologica che l’Inter si troverà ad affrontare domani.
Una lotta ardua tra la paura che annebbia gambe ed idee contro gli stimoli da trovare per riagguantare i tre punti, la tranquillità dell’ambiente, il quarto posto. E per di più contro un avversario rispetto al quale c’è tutto da perdere, per l’ennesima volta.
Paradossalmente sarebbe stato più semplice giocare domani contro una grandissima, una di quelle partite in cui solo il prestigio dell’avversario porta l’adrenalina in ebollizione.
Pordenone e Benevento, tappe incredibili ma vere
Invece no arriva il Benevento, come all’inizio del periodo nero arrivò il Pordenone.
Tra Benevento e Pordenone ci sono 805 km.
Poca roba rispetto al percorso dei nerazzurri tra le due tappe. C’è una legge che deve essere sfatata, un periodo da chiudere, una convinzione da ritrovare.
Il Milan ha scalato la nostra stessa montagna, in altri periodi. In cima alle vetta , prima di iniziare la discesa trovò la sorpresa del gol di Brignoli. L’autogol di Ranocchia a Genova è stata la nostra “cima Coppi”, almeno ci auguriamo …