Indice dei contenuti
1 Materazzi perché no?2 Un ruolo delicato e strategico3 Dopo Oriali il vuoto4 Materazzi l’uomo giustoMaterazzi perché no?
Spalletti nell’intervista rilasciata a Premium Sport ieri ha detto che “la società è completa per ruoli e capacità, ci sono le personalità per arrivare ai traguardi di cui abbiamo parlato”. Non ce ne vorrà il mister di Certaldo ma a noi pare che una falla ci sia. C’è un buco in una funzione di enorme importanza. Soprattutto se chi la ricopre sa il fatto suo e se viaggia in perfetta sintonia con la guida tecnica e con quella societaria. E’ la figura del team manager. Un altro dirigente, un’altra bocca da sfamare a vuoto penserà qualcuno. Juventus e Milan non hanno nel loro organigramma questa figura, il Napoli l’ha coperta invece da poco. Tutto dipende dall’efficienza con cui i dirigenti della società riescono ad essere vicini alla squadra. Laddove per essere vicini non si intenda la semplice presenza al campo di allenamento per far vedere che la proprietà c’è. Tutt’altro. Essere vicini per evidenziare fisicamente la presenza di chi comanda è forse l’aspetto meno importante della figura, se la vicinanza non riassume altre funzioni.
Un ruolo delicato e strategico
Il controllo sul comportamento dei giocatori durante le sedute, sulla loro disciplina, l’esercizio di quella “moral suasion” che indirizza gesti e parole di ogni singolo atleta sulla strada dettata dai codici di comportamento, far sentire in maniera non brutale ma decisa la posizione della società quando qualcosa non va. Insomma rappresentare la società h24 con il gruppo, questo il primo fondamentale compito di un buon team manager. Se poi vogliamo aggiungere altro, un buon team manager può supportare allenatore e dirigenza nelle scelte di mercato, nella preparazione delle gare, nel rapporto con tutti gli altri componenti dello staff tecnico e dirigenziale.
I club che ritengono di non dotarsi di questa figura pensano evidentemente che questi compiti possano essere svolti da un altro dirigente. Nell’Inter attuale pare proprio che questa figura sia necessaria. L’ultimo in ordine di tempo che ha ricoperto questo incarico con i risultati che tutti sappiamo è stato Lele Oriali. Facile dirà qualcuno, con Mourinho che tutto pensava e tutto faceva. Può essere così ma il lavoro di Oriali, dopo di lui, è rimasto senza un responsabile ed oggi più che mai i problemi sono sotto gli occhi di tutti.
Dopo Oriali il vuoto
Ivan Ramiro Cordoba a Dejian Stankovic, che hanno rilevato l’incarico negli anni post triplete, hanno scontato da un lato l’incertezza di una guida tecnica priva della necessaria continuità e, come se non bastasse, tre cambi di proprietà, dunque di dirigenze, in pochi anni. E’ ovvio che la persona più adatta per svolgere un incarico così complesso e delicato non possa che essere uno che conosce dall’interno le dinamiche dl campo e del gruppo, meglio se un ex giocatore.
Materazzi l’uomo giusto
Dunque, potrebbe essere cosa buona e giusta per l’Inter riempire questa casella da troppo tempo ormai vuota.
Nessuno degli attuali dirigenti né Ausilio, né Zanetti né tantomeno Sabatini dovrebbero prendere questa nomina come una limitazione delle proprie funzioni. Quanto successo nell’ultimo periodo ha parlato chiaro: da questo punto di vista è mister Spalletti a cantare e portare la croce. Il nome? Abbiamo anche quello.Visto che Cambiasso, come è logico, sta seguendo la strada che lo porterà presto su panchine prestigiose, uno che che potrebbe sommare esperienza, capacità e carattere per calarsi in questo ruolo è senz’altro Marco Materazzi. Steven vogliamo pensarci?