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Inter: la vera situazione dei debiti spiegata dagli esperti

Il Sole 24 ore di stamani, nell’articolo a firma di Gianni Dragoni, sosteneva che il capitale versato dai soci è insufficiente a coprire le perdite e che la società avrebbe dovuto portare i libri in tribunale da tempo.

Nel pomeriggio c’è stata la risposta della società. Tramite un comunicato ufficiale, è stata ricordatata la massima attenzione rispetto alle norme che regolano i bilanci e l’assoluta trasparenza di essi.

Il comunicato si chiude con la volontà della società di tutelare “il proprio operato e la propria immagine in tutte le sedi opportune e competenti. Ciò allo scopo di riconfermare che l’informativa finanziaria contenuta nel bilancio, nota integrativa e relazione sulla gestione è trasparente e veritiera.” Dunque la vicenda tra il Sole 24 ore e l’Inter prende la strada del Tribunale.

Il sito Calcio e Finanza.it ha approfondito le argomentazioni riportate dal Sole 24 ore. Ne riportiamo alcuni stralci che spiegano con esattezza e semplicità la situazione.

Per capire se l’Inter avrebbe dovuto procedere obbligatoriamente ad un aumento di capitale per riportare il capitale sopra il limite previsto dalla legge bisogna dunque fare riferimento al bilancio civilistico del club“. “Al 30 giugno 2017 la capogruppo FC Internazionale Milano SpA aveva un patrimonio netto positivo di 46,13 milioni. Importo in diminuzione rispetto ai 128,68 milioni del 30 giugno 2016 in virtù della perdita civilistica di 82,55 milioni.

Il patrimonio netto della capogruppo al 30 giugno 2017 era dunque positivo. Non c’era dunque alcun obbligo di ricapitalizzare la società come previsto dall’articolo 2447 del Codice Civile.”

Per Calcio e Finanza.it dunque la prima risposta è chiara. Il codice civile non imponeva all’Inter alcun obbligo di ricapitalizzare, essendo positivo il patrimonio netto della capogruppo. Andiamo avanti, cercando di capire come sono considerati in bilancio le ingentissime risorse immesse nel bilancio nerazzurro da Suning.

Perché dunque Suning… non ha provveduto dunque a ricapitalizzare l’Inter? La risposta va cercata nei patti che legano il colosso cinese all’azionista di minoranza Erick Thohir. In base ai patti, eventuali aumenti di capitale dell’Inter devono essere approvati con il voto favorevole del socio di minoranza. Parere favorevole che Thohir non ha nessuna intenzione di dare. Infatti in caso di aumento di capitale sarebbe costretto a mettere mano al portafoglio per la propria quota di competenza pari al 31,05%. Oppure, in alternativa, a vedersi il capitale diluito, perdendo così la possibilità di cedere la propria partecipazione a Suning a un valore consistente….

Proprio l’impossibilità a procedere ad aumenti di capitale si riflette sull’indebitamento dell’Inter.Non potendo finanziare il club attraverso aumenti di capitale, Suning è di fatto obbligato a prestare soldi all’Inter. Dei 637,5 milioni di debiti complessivi che il gruppo Inter aveva al 30 giugno 2017, ben 221 milioni (oltre un terzo dunque) erano “debiti verso soci per finanziamenti. Se Suning decidesse di convertire in capitale i finanziamenti soci i finanziamenti erogati all’Inter, il patrimonio netto, sia quello civilistico sia quello consolidato, sarebbe ampiamente positivo.”  Cercando di semplificare. Suning è come un genitore che si trova costretto a non poter fare un enorme regalo ad un figlio (contributi in conto capitale) perché l’altro figlio (Thohir) sarebbe geloso. E quindi non potendo “regalare” all’Inter questi 221 milioni, si trova costretto a prestarglieli (debiti verso soci per finanziamenti).

Nel momento in cui Thohir dovesse uscire dall’Inter, ecco che Suning avrebbe la possibilità di convertire il prestito in capitale. Lo stato patrimoniale dell’Inter si troverebbe automaticamente con 221 milioni di debiti in meno. A quel punto i costi sarebbero liberati dalla quota annuale di interessi riconosciuta per il prestito ed il bilancio dell’Inter sarebbe in situazione di assoluta positività.

Calcio e Finanza.it ricorda infine altre voci del debito nerazzurro. Estremamente interessanti per riportare le cose nella loro reale entità rispetto a quanto descritto dal Sole 24 ore. “I debiti finanziari verso terzi ammontavano a 208 milioni. Si trattava del debito residuo verso Goldman Sachs che è stato recentemente rifinanziato attraverso l’emissione del bond da 300 milioni.

I debiti verso società di calcio ammontavano a 112,5 milioni a fronte di crediti per 93,84 milioni (il debito detto era dunque di 18,66 milioni).

I debiti verso i fornitori ammontavano a 64,52 milioni a fronte di crediti verso clienti per 50,97 milioni (i debiti commerciali netti erano pertanto 13,55 milioni). Dunque nessun timore per il bilancio nerazzurro, che, ci auguriamo, nei prossimi mesi possa beneficiare anche di qualche spicciolo versato dal Sole 24 Ore nel rispetto di una sentenza giudiziaria per il danno all’immagine della società causato dall’articolo di oggi.