Marco Materazzi ha concesso un’intervista a La Repubblica
In una lunga intervista a La Repubblica, Marco Materazzi parla del derby della Madonnina di domenica: “Meglio che siano favoriti loro. Nel derby valgono gli stimoli, non chi è più sereno. L’Inter deve giocarlo con fiducia, senza pensare al prima. Deve aggredire la partita. Non mi spiego il crollo: nel 5-0 contro il Chievo sembravano di un altro campionato, poi il buio. San Siro mette paura? Ma per favore. Giocare a San Siro è un premio, se sei arrivato lì è perché l’hai meritato e devi sentirne l’orgoglio, mica il terrore. E beati loro che hanno sempre 60mila spettatori: noi pure quando vincevamo tutto nel mondo ne avevamo molti di meno”. Un commento poi su Spalletti: “Sono un suo estimatore da sempre. Ed è una persona intelligente, quindi fa autocritica, non a caso ha detto: ‘Anche io ho sbagliato’. Come quando si prende gol è colpa di tutti, quando non si vince non può essere colpa solo di Icardi, di Perisic o di Ranocchia”.
Uno spunto sulla corsa Champions: “Se ce la faranno ad arrivare quarti? Devono farcela e basta. Per quello che hanno fatto all’andata e per il valore della rosa. Che non è così inferiore a Lazio e Roma, dove non è che ci siano tutti questi ex vincitori di scudetti e coppe, mentre Juve e Napoli non le prendi. Però l’attacco atomico della Lazio non ce l’ha nessuno: Felipe Anderson è uno dei miei preferiti, Luis Alberto sembra vada pianissimo e invece non gliela togli mai, Immobile segna sempre”.
Il suo futuro e Zidane
“Aspetto un progetto che probabilmente in Italia non arriverà mai, in cui uno può mettere in campo le proprie conoscenze e assumersi le proprie responsabilità, poi in caso di insuccesso saluti e torni a casa. Ma è sempre più difficile, ormai anche in Inghilterra certi club hanno 2-3 mesi di pazienza e basta. Io aspetto. Se esce fuori qualcosa bene, altrimenti sarò felice lo stesso”.
“Zidane? Tanto di cappello. Ha creato un Real Madrid superbo, ha un’empatia incredibile con i giocatori. Nella finale di Cardiff contro la Juve ho tifato per lui. E quando vorrà, per una stretta di mano ci sono sempre”.