Clamoroso Milan: Li non trova partner, possibile cessione del club?
Situazione difficile in casa rossonera
Clamorose notizie in casa Milan: possibile una nuova cessione del Club. Secondo quanto riportato oggi da La Repubblica, Yonghong Li starebbe cercando un socio di minoranza per rientrare dalle spese e dai debiti contratti per rilevare la società. L’ipotesi è di cedere una quota del 20-25%.
A quanto pare però sembra che in Cina sia difficile trovare un partner disposto a questo investimento. Non è da escludere quindi a questo punto una cessione del pacchetto di maggioranza della società, così come Thohir fece con l’Inter.
Questo quanto riportato dal quotidiano romano:”Ci aveva provato a suo tempo Silvio Berlusconi, scovando il carneade Bee Taechaubol, aspirante a una quota di minoranza ai limiti dell’azzardo: 480 milioni di euro per il 48%. Ma i guai giudiziari dell’advisor ticinese avevano bloccato la trattativa e Mister Bee, via via, si era defilato alla thailandese. Lo stesso aveva fatto Eric Thohir, ma poi, non trovando nessuno, si era rassegnato a cedere il pacchetto di controllo dell’Inter (…)”.
Come successo all’Inter:”È il destino comune delle milanesi: a un certo punto il proprietario cerca un socio di minoranza, con cui dividere i costi (…). Dopo essersi impegnato per quasi 900 mln di euro (i 740 a Fininvest per il 99,9% del Milan, più il mercato estivo), deve trovare un alleato, cui cedere il 20-25% del club. Obiettivo: restituire i soldi presi in prestito da Elliott (303 milioni che diventano 370 tra interessi e spese) entro fine ottobre. Ma a quanto raccontano nella City milanese, per ora nessuno vuole accollarsi l’onere”.
Spiegate le cause:“Le ragioni sono le stesse dei tentativi falliti di Berlusconi e Thohir: chi è mai disposto a partecipare alle spese ingenti del calcio di primo livello senza comandare? (…). Se non spunterà in fretta, a Li resterà la soluzione alla Thohir: vendere una quota di maggioranza e rimanere soltanto col 30-40% delle azioni del Milan, in attesa della quotazione in Borsa, per rientrare dall’impegno economico in due tempi“.
(fonte: La Repubblica)