Il fratello del vicepresidente dell’Inter ha parlato di vari temi
Sergio Zanetti, ex tecnico delle giovanili dell’Inter, oggi alla Pro Vercelli, fratello del più celebre Javier, si è concesso in una lunga intervista a racingdealma, parlando del rapporto con l’ex numero 4 nerazzurro e di vari aspetti del suo lavoro.
Prima di concentrarsi su Javier, un passaggio importante l’ha dedicato a Diego Milito: “Già avevo capito che Diego aveva molte virtù. Ed è bello che abbia mantenuto la sua umiltà tutto il tempo. Lo conosco bene anche per mio fratello Javier e ogni volta che l’ho visto mi sembrava di avere a che fare con quel ragazzo esile che si allenava al massimo per essere convocato”. Il passaggio da giocatore ad allenatore? “Prima di smettere di giocare ho iniziato a concentrarmi su vari corsi per diventare allenatore. Ho cercato di allenarmi in vari modi e di conquistarmi il mio posto dimostrando le mie caratteristiche, al di là del fatto che Javier è conosciuto ovunque”.
Javier e l’addio mancato al calcio
Paragone con Pupi? L’ho sempre vissuta bene perché mi sono sempre sentito orgoglioso della carriera di Javier. So quanto ha lavorato per essere un calciatore professionista. E’ partito dall’Indipendiente, ha dovuto fare una cura ormonale per crescere e aveva persino pensato di mollare tutto. L’ho portato fa un tecnico a Tallares e non appena gli è stata data la possibilità ha dimostrato tutto il suo talento. Abbiamo giocato anche un paio di partite uno contro l’altro, poi nel 1995 si è trasferito. Ho lavorato con tanti giovani in Italia per diversi anni. Sono stato al Chievo, all’Inter con ottimi risultati nella Primavera e ora dirigo i giovani Under16 della Pro Vercelli, squadra di Serie B, a 150 km da dove vivono i miei figli e mia moglie.
Allenare in futuro con lui? “Con mio fratello non penso, non gli piace allenare. Si sente più a suo agio come dirigente. Mi piacerebbe formare una coppia tecnica con Ubeda, grande amico e compagno che mi ha passato la passione per il calcio”.