Ronaldo e Pochettino alzano la voce, in Italia non ascolta nessuno
Indice dei contenuti
1 Ronaldo e Pochettino le loro riflessioni2 Pochettino: ho visto come hanno messo pressione sull’arbitro2.1 Ronaldo ricorda i suoi anni2.2 La risposta italiana: il VAR a rischio estinzioneRonaldo e Pochettino le loro riflessioni
Personaggi diversi, storie diverse quelle di Ronaldo e Pochettino. Uno ha fatto la storia dell’Inter, l’altro all’Inter è stato avvicinato da indiscrezioni della stampa e niente di più. Eppure ieri si sono trovati a dover parlare dello stesso argomento, da angolazioni diverse e con diverse sfumature.
L’allenatore del Tottenham ha commentato con parole amare e realistiche la diversa esperienza tra il suo club e la Juventus, dentro ma soprattutto fuori dal campo.
Pochettino: ho visto come hanno messo pressione sull’arbitro
“La Juve ci ha impartito una lezione importante sul modo in cui dobbiamo comportarci in certe competizioni. È una situazione da cui dobbiamo imparare. Tutto dipende dai piccoli dettagli: la Juve è una specialista, è abituata a vincere e a fare pressione sull’arbitro. È un club che ha la cultura di fare qualunque cosa per aiutare la squadra: forse dobbiamo imparare da loro come comportarci, non solo in campo ma soprattutto fuori”.
“Prima della gara c’era Agnelli e dopo la gara Agnelli, Marotta e altre persone: ho visto, nel primo tempo, come hanno messo pressione all’arbitro. Alla fine c’erano due rigori nel primo tempo, due falli di mano. Forse c’era il fallo di Vertonghen, ma alla fine le cose si bilanciano. Sono piccoli dettagli che alla fine contano molto”.
Ronaldo ricorda i suoi anni
In serata è stata poi la volta di Ronaldo. Premiato come miglior attaccante della storia nerazzurra, il Fenomeno insieme ai ringraziamenti all’Inter, a Moratti ed ai tifosi, non si è fatto sfuggire l’occasione per tornare sul clima del calcio italiano di quegli anni. “Ho sentito tanti interisti parlare di sentimento e io lo condivido, perché nella mia epoca non bastava solo giocare bene. Abbiamo combattuto tutte le squadre e un sistema corrotto che abbiamo scoperto tutti. Ci meritavamo tante cose in più.”
Chi non ha vissuto il calcio italiano negli ultimi 15/20 anni potrà anche restare sorpreso, o non capire fino in fondo. Ronaldo, che ci è passato, lo ricorda come una ferita che brucia sulla propria pelle. Chi si trova ad affrontare la Juventus nelle competizioni internazionali oggi, può percepire in maniera episodica ciò che nel massimo campionato italiano accade quasi ogni domenica. In un clima nel quale fioccano discussioni ed analisi, ma poi tutto resta immutato ed immutabile. E se qualcosa si muove rischia di farlo a ritroso.
Un esempio?
La risposta italiana: il VAR a rischio estinzione
Dopo l’ultima giornata di campionato, Massimo Mauro a Sky Club ha commentato così l’uso del Var: “Togliere il Var non sarebbe un tornare indietro…con il Var il calcio è diventato un altro sport, si è persa l’emozione del campo. Adesso commentiamo non solo gli errori in campo…”
Poco prima Nicchi, capo dell’AIA aveva dichiarato : “Non so se la Var ci sarà anche l’anno prossimo in serie A…”.
Intendiamoci, il Var non è stato certo la panacea dei mali del calcio italiano. Ma almeno all’inizio aveva fatto credere ai tifosi che il suo utilizzo potesse portare una ventata di trasparenza. Quando ci si è resi conto che questa nuova forma di visibilità priva di intermediazioni poteva togliere gran parte della discrezionalità della classe arbitrale, si è immediatamente assistito ad un mutamento nel ricorso allo strumento tecnologico. Fino alle parole di Nicchi dei giorni scorsi. Insomma la discrezionalità arbitrale non poteva e non può essere messa in discussione da nessuno, tantomeno da una moviola immediata da mostrare a tutti i tifosi. D’altro canto è l’Italia il paese del Gattopardo, il paese dove tutto cambia perchè niente cambi. Mica il Brasile o l’Argentina…