Inter: Brozovic leader, segnali di vita, solo così si può sperare
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1 Inter: un pareggio che fa sperare2 Rafinha da rivedere2.1 Perisic, adesso basta2.2 Brozovic leader vero, ma durerà?Inter: un pareggio che fa sperare
Inter: il pareggio di stasera lascia l’amaro in bocca a tutti. Un punto che sa di condanna per le ambizioni di vertice del Napoli e che allarga la corsa al quarto posto al Milan di Gattuso, vittorioso a Genova sul filo di lana. Ma almeno stasera il brutto finisce qua. L’Inter vista con il Napoli ha fatto ricordare per lunghi sprazzi quella dei primi mesi di campionato. Una squadra tonica e volitiva, che è riuscita a togliere al Napoli la capacità di andare in profondità con il flipper dei suoi tre folletti e senza mai farsi sorprendere alle spalle dalla rinomata ditta Callejon Insigne.
Il pressing alto portato da Icardi, Rafinha e Perisic soprattutto nel primo tempo non ha permesso ai ragazzi di Sarri la costruzione agile della manovra fin dall’inizio, cosa fondamentale per svilupparsi poi alle velocità folli ben conosciute da centrocampo in su. Gagliardini e Brozovic sono sembrati i parenti veri di quelli visti nelle ultime apparizioni. Il croato soprattutto, schierato nella linea mediana ha corso finalmente con costrutto, ha recuperato palloni, ha impostato spesso con buoni tocchi profondità.
Rafinha da rivedere
Il primo destinatario per ricevere i suggerimenti e per trasformare l’azione in pericoli per la porta di Reina doveva essere Rafinha. Per il brasiliano qualche buono spunto nella fascia centrale ma il suo talento non si è mai accesso. Ha dato equilibrio ed ordine alla squadra questo è vero, ma il suo compito fondamentale era innescare Icardi in profondità, come alternativa ai cross dai lati. Il risultato è che il capitano non ha avuto uno straccio di palla giocabile né in quota né a terra.
Candreva e Cancelo nel primo tempo hanno fatto sperare che la catena di destra potesse rivelarsi decisiva per le sorti dell’incontro. Con il passare dei minuti la stanchezza dell’ex laziale e i numerosi errori in fase di appoggio del portoghese hanno tolto incisività all’azione di sfondamento.
Perisic, adesso basta
Perisic è stato quello di sempre, negli ultimi mesi. Ne più né meno. Non c’è dramma calcistico, non c’è blasone dell’avversario da affrontare che tengano. Lui ora è questo prendere o lasciare. Dopo mesi di attesa forse è il caso che Spalletti inizi a lasciare(lo) in panca per vedere se si ricorda l’idea di calcio che giocava l’anno scorso e nei primi mesi di questo torneo.
La difesa non ha avuto tentennamenti nè momenti di autentica difficoltà. D’Ambrosio e Miranda hanno svolto il compitino senza sbavature. Skriniar invece non finisce più di stupire, gigantesco anche stasera per concentrazione e lucidità. Il movimento con cui allarga il compasso ed il piedone che va a togliere la sfera dalla disponibilità della punta avversaria è ormai uno dei pochi must dell’Inter di questo periodo.
Brozovic leader vero, ma durerà?
Una sola riflessione su un singolo: il Brozovic visto stasera ha una dimensione da leader vero. Ora occorre capire una cosa: se questo ragazzo realizza che giocando così 8 partite su 10 va diritto nell’elenco dei migliori 5 o 6 centrocampisti europei oppure se il tasso di abulia, menefreghismo, ciondolismo tornerà prepotente a riprendere il sopravvento già dalla prossima partita.
Ci faccia capire Marcelo, magari lo faccia capire anche a sé stesso. Non è mai troppo tardi, diceva 50 anni fa il maestro Manzi insegnando a leggere e scrivere alla televisione. Se Brozo capisce che non è mai troppo tardi neanche per tirar fuori con costanza il talento e la ghigna che regnano in lui l’Inter potrebbe avere un problema in meno.