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De Boer, ennesime bordate all’Inter e allo spogliatoio

De Boer attacca ancora la dirigenza interista

L’avventura di Frank de Boer all’Inter è durata qualche mese, prima di essere esonerato. Eppure, dopo più di un anno, l’olandese continua ad attaccare il club nerazzurro.

Nell’intervista rilasciata ad Indipendent, il tecnico ha parlato di tutto ciò che non andava nello spogliatoio ed anche fuori da esso: “Ho fatto una preparazione all’Inter che è durata solo il tempo della partita con il Celtic, poi abbiamo fatto tutto durante la stagione. E’ molto difficile così, soprattutto in un club come l’Inter. C’erano non solo problemi con il presidente, ma anche con la stampa. Gli agenti hanno tanta influenza. Devi essere davvero preparato. E non ero ben preparato, in quel momento, per l’Inter.”

De Boer, però, pensa giustamente anche al suo futuro da allenatore e spera di trovare preso un club adatto per lui: “Adesso sono pronto a ricominciare dopo due insuccessi con due club diversi. Ovviamente il prossimo club deve essere quello giusto, è giusto scegliere un club in cui si possa costruire. Ci sono state delle offerte a stagione in corso, ma meglio cominciare una stagione dall’inizio. Avevo anche un po’ bisogno di riflettere”. 

L’avventura in Premier, con il Crystal Palace, non è andata bene ed infatti è stato esonerato, il tecnico analizza la situazione:  “Forse mi affido a troppe persone, penso sempre al bene di ogni calciatore, ma spesso riescono a pugnalarti alle spalle. Un sacco di volte il problema è quello quando non si trova il feeling con un club, non c’è chimica con loro. All’inizio sono tutti eccitati, poi dopo un momento di forma arriva la tempesta. Hai tre gruppi. Uno felice, i giocatori con i dubbi che sentono di avere una possibilità e poi quelli perdenti in quel momento che cercheranno di andare ad influenzare i giocatori nel secondo gruppo e quelli sono come il veleno per una squadra. All’Inter, come al Crystal, devi sbarazzarti di questo tipo di giocatori. E a volte è difficile perché tu dici che lo vuoi fuori un giocatore, ma il presidente dice ‘sì, ma quanto mi costa?’ e alla fine sei bloccato con gli stessi giocatori”.