Inter: Mourinho impazzito, Moratti pure, ma Londra 8 anni fa profumava di Triplete
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1 Inter: a Londra 8 anni fa…2 Poco ottimismo tra i tifosi2.1 Josè è impazzito2.2 E’vostro, è per voiInter: a Londra 8 anni fa…
Certe immagini durano un attimo ma restano dentro per una vita intera. Quel mezzo giro di campo che Moratti fece insieme al suo staff per passare sotto la curva nerazzurra di Stamford Bridge ubriaca di gioia sarà di certo nei suoi ricordi. Di sicuro è nei nostri. Quei 50/70 metri che ci separavano, ci permettevano si di vedere il Presidente saltellante ai cori di 3500 nerazzurri tarantolati ma soprattutto di scorgere il suo sguardo felice.
Felice come può essere quello di un uomo che ha appena vissuto una scarica di adrenalina fuori dal comune o come quello di un bambino che si trova a vivere nella fiaba che ha sempre sentito raccontare dai genitori, prima del bacio della buonanotte. Una serata folle quel 16 marzo 2010 a Londra, come solo l’Inter sa(peva) regalare. Quattro giorni prima il Catania aveva fatto strage di una squadra nerazzurra quanto mai nebulosa, 3 a 1 per gli etnei e tutti a casa.
Poco ottimismo tra i tifosi
Londra regalava ai tifosi italiani giornate insperatamente miti e senza pioggia. I punti classici del turismo calciofilo erano pieni di interisti che vedevano il bicchiere mezzo pieno comunque. “Sarà difficile tornare a casa con la qualificazione ma almeno ci siamo goduti Londra per tre giorni in tutta la sua bellezza”. Il 2 a 1 dell’andata non lasciava presagire niente di buono, figuriamoci dopo la scoppola in Sicilia.
Quando le squadre entrarono per il riscaldamento, la curva nerazzurra sgranò gli occhi. Doveva esserci qualche errore perché nella zona dei titolari c’erano Milito, Pandev, Snejider ed Eto’o. Stankovic in panca e centinaia di tifodsi a smanettare sui cellulari per chiedere info a casa, a chi avesse Sky accesa per chiedere lumi.
Josè è impazzito
“Josè è impazzito, ci massacrano”. La frase girava sugli spalti sottovoce, con fare quasi pudico, tanto era l’affetto per Mourinho ma unito ad una sorpresa che nessuno si aspettava. Sembrava un suicidio e invece fu l’inizio di un trionfo lungo due mesi. Quel 4-2-3-1 non lo aveva messo in conto nessuno. Solo il genio di Setubal poteva giocarsi la carta della vita in quella che sarebbe diventata la Partita.
Si, con P maiuscola. Quella in cui la gente nerazzurra iniziò a vedere Eto’o tornare fino ai limiti della nostra area a fare a sportellate ed a dare manforte ai compagni della difesa.
Su e giù per il campo, “a recuperar palloni, a giocare generosi, sempre lì lavorando come Oriali” avrebbe declamato Ligabue. Ma non era Oriali , era il Re Leone.
E’vostro, è per voi
E quando Snejider con la coda dell’occhio lo vide partire a 10 minuti dalla fine e gli scodellò un pallone filante verso la porta dei Blues, si ebbe la certezza che non era Oriali, sia per il colore della pelle sia perché quell’esterno ad uccellare il portiere inglese non era nelle corde di Lele.
Samuel venne sotto la curva a battersi la destra sul petto e con la sinistra alta verso quell’orda nerazzurra impazzita di gioia, come a dire “è vostro, per voi”.
Il tempo doveva fermarsi li in quel momento per un po’ di tempo, per farci godere un po’ più a lungo di quella felicità. “Bye bye Carletto” intonò la curva sulle note di “La donna è mobile”. Il Rigoletto di Verdi chiuse una serata epica. La notte londinese era bella come non mai, Londra iniziava a profumare di Triplete.