Moggi game over, la radiazione è definitiva

Moggi: radiazione definitiva

Il Consiglio di Stato, con una sentenza di ieri, ha confermato la radiazione di Luciano Moggi. La Quinta Sezione dell’Organo giurisdizionale ha definitivamente sancito la “preclusione a vita alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Federazione calcio”.

Dopo la decisione in tal senso della Corte Federale, risalente ormai al lontano 11 maggio 2012, l’ex dirigente della Juventus aveva provato la strada di  appellarsi alla giustizia ordinaria  uscendo dal tracciato di quella sportiva.

Appellata la sentenza del 2012

Contro la sentenza di radiazione del 2012 aveva quindi fatto ricorso al Consiglio di Stato.
Gli avvocati difensori di Moggi avevano fatto sapere che “in caso di accoglimento, con riconoscimento, da parte del Consiglio di Stato, della sussistenza della giurisdizione del Giudice Amministrativo nel caso di specie, la questione sarà rimessa al TAR Lazio, con ordine di pronunciarsi immediatamente sul merito della questione, ovvero sulla valutazione della legittimità della radiazione irrogata nei confronti del sig. Moggi, nonché sulla conseguente decisione di annullamento giurisdizionale o meno della stessa“.

Ricorso di Moggi inammissibile

Il Consiglio di Stato ha stabilito che la decisione della Corte federale della Figc resta insindacabile e quindi definitiva. Il ricorso presentato da Luciano Moggi è stato giudicato inammissibile, “per difetto di giurisdizione del giudice statale”. La carriera calcistica di Luciano Moggi, 79 anni, è quindi definitivamente chiusa.

Nonostante tutto, l’ex DS bianconero non demorde. Moggi, ai microfoni di Radio Crc ha commentato così la sentenza: “La sentenza di oggi dice che sono out dal mondo del calcio? Al Corriere della Sera sono poco simpatico e quindi danno le notizie a modo loro. La realtà è un’altra: parliamo di uno step già preventivato per andare alla Corte Europea. Era chiaro che sarebbe finita in quella maniera, nessuno pensava sarebbe andata diversamente. Lo ripeto, è un passaggio che serve a me per appellarmi alla Corte Europea, che ha già accettato la nostra richiesta. In definitiva, comunque, mi importa poco. Lo faccio solo per avere una soddisfazione personale“.