(Corriere della Sera) Clamoroso: fallita la cassaforte di Yonghong Li
Milan: salta la Jie Ande, arriva il Commissario
Il sito del Corriere della Sera con un articolo a firma di Milena Gabbanelli e Mario Gerevini, riporta la notizia che il Tribunale di Shenzhen avrebbe dichiarato il fallimento della società Jie Ande, “accreditata come la società più importante e più liquida tra quelle indicate nel curriculum ufficiale del finanziere cinese che meno di un anno fa ha rilevato il Milan dalla Finivest per 740 milioni di euro.”
Il Corriere evidenzia che già al momento dell’acquisto della società rossonera la Jie Ande era già in gravissime difficoltà senza che nessuno tra i protagonisti della cessione (banche, consulenti ecc.) abbia verificato. A seguito della sentenza, Yonghong Li sarebbe stato estromesso dalla gestione della società. A capo dell’impresa sarebbe stato nominato un avvocato di un prestigioso studio Pechino “con pieni poteri”.
Nessuna conseguenza diretta per il Milan
“Il commissariamento non ha effetti diretti sul club rossonero“, ma ciò che ne esce distrutta è la solidità e la credibilità del maggior azionista. Ora si tratta di vedere se anche il patrimonio personale di Mr.Lì potrà essere aggredito dai creditori per soddisfare i propri diritti. Anche le banche creditrici pretenderanno risarcimenti, mettendo il finanziere in gravi difficoltà sul mercato del credito proprio nel momento in cui la società necessita di fare business ed anche in fretta.
“Essenziale per chiudere il bilancio al 30 giugno e dare continuità all’azienda Milan“. Intanto il Milan sta studiando come rifinanziare il debito di oltre 300 milioni con il fondo Elliott. Per sostenere l’attività del club rossonero “lo stesso fondo americano non avrebbe problemi a prestare altri 30-40 milioni al club” ovviamente in ottica FFP. “Non è generosità ma calcolo. Eventuali sanzioni inciderebbero sul valore della società che è a garanzia dei prestiti“.
Un azzardo finanziario
L’articolo ricorda poi le altre difficoltà incontrate da Yonghong Li per rispettare gli impegni finanziari con il Milan derivanti dal contratto di acquisto, fino a pagare tassi del 24% per una proroga di un prestito tra l’altro garantito dalla moglie. L’articolo si chiude definendo “l’intera operazione Milan-Li come un enorme azzardo finanziario con scarsi contenuti imprenditoriali”.
Fonte Corriere della Sera