Home » Suning e Mr. Li non hanno niente in comune, purtroppo per Suma

Suning e Mr. Li non hanno niente in comune, purtroppo per Suma

Nel suo ultimo editoriale su Milan News, Mauro Suma torna ad affrontare con la solita  vis polemica la vicenda dei biglietti del derby. Nell’ambito del tema accenna ad un diverso trattamento che l’informazione riserverebbe alle proprietà cinesi delle due squadre milanesi. “Esattamente come accade sul fronte dell’impatto mediatico sulle proprietà cinesi. Del disimpegno e dei prestiti di Suning se ne parlerà una volta per tutte con gli interessi, mentre della proprietà del Milan se ne straparla ad ogni ora del giorno e della notte”.

Deve essere venuto un colpo a Suma leggendo la rassegna stampa di stamani. La notizia dell’indagine della Procura milanese per riciclaggio di danaro nella complessa operazione finanziaria che ha portato la maggioranza del Milan a Mr.Li è uno di quei ganci al mento che mettono al tappeto. La Gazzetta dello Sport parla di “trattativa che aveva visto uno sconosciuto cinese fare shopping in Italia, portandosi a casa una delle società più famose al mondo e garantendo alle casse di Fininvest la cifra monstre di 740 milioni di euro… . Solo un’inchiesta della magistratura potrebbe spiegare quello che agli occhi di tutti appare un grande azzardo da parte di un broker cinese capace di sbaragliare la concorrenza, scalando le posizioni interne alla cordata d’investitori interessati al club italiano e facendo fuori due pesi da novanta…”.

Il quotidiano milanese ricorda infine le convulse giornate decisive per la vendita del club rossonero da parte di Berlusconi. I due uomini d’affari Galatioto e Gancikoff con la loro cordata sembravano sul punto di chiudere positivamente l’affare. L’inserimento di Han Li (braccio destro di Li Yonghong) fu rapido e tempestivo, un vero e proprio blitz. “A comprare il Milan saranno loro attraverso la Sino-Europe, e lo faranno con fondi personali, senza bisogno di banche (evitando così una due diligence, il controllo accurato dei conti previsti dalle legge quando nella trattativa sono coinvolti soggetti politicamente esposti come Berlusconi) e con una doppia caparra a fondo perduto da 200 milioni di euro.” Leggere sui giornali un giorno si e l’altro pure della proprietà del club amato chiamata in causa per queste vicende, per le miniere, per il fallimento di qualche società del gruppo di Mr.Li, per gli interessi stratosferici pagati agli istituti di credito e via dicendo non deve essere semplice. Ma non per questo è corretto fare di ogni erba un fascio.

Suning non è mai andata in bocca agli squali dell’informazione per cose di questo genere. Sarebbe stato un bocconcino troppo appetitoso, roba da costruirci sopra un avanzamento di carriera. Chissà in quanti ci hanno lavorato su in passato e magari ci stanno ancora perdendo nottate. E invece qualche giorno fa il gruppo industriale di Mr.Zhangh è andato su tutti gli organi di informazione per lo strepitoso bilancio 2017. Non solo, ma anche per i programmi di investimento che prevedono l’apertura di altre migliaia di punti vendita nel prossimo triennio. Crescita ed espansione, questa è la logica di Suning. Poco prima si era parlato della disponibilità di Suning ad un altro importante investimento, quello per l’acquisto di Piazza d’Armi in vista  della realizzazione del nuovo centro sportivo nerazzurro. E ancora, da (troppo) tempo si parla della disponibilità offerta dal gruppo Suning al comune di Milano per la riqualificazione dello stadio Meazza, senza che ancora si sia potuto muovere una mattonella a causa dei tentennamenti del Milan.

Certo, ai tifosi interisti piacerebbe assai anche che Mr.Zhang tirasse fuori un coniglio dal cilindro sul mercato ogni tanto. Un colpo di teatro fuori dalle regole per dire “chi se ne frega del FFP e del governo cinese, ecco qua una montagna di milioni, Sabatini e Ausilio a voi spenderli bene”. Ma sappiamo che la cultura cinese non legge a questo libro. E allora gli interisti riescono (con qualche mal di pancia) a fare di necessità virtù e farsene una ragione, visto che vicino, molto vicino a loro, c’è sempre qualcuno che sta peggio.

Ma secondo Mauro Suma sarebbe colpa della stampa e degli organi di informazione se le due società hanno un diverso trattamento, non delle notizie che esse stesse originano con i loro atti e comportamenti. Un po’ come dare la colpa dell’influenza all’antibiotico e non al fatto di essere andati a giro in maglietta ed infradito con quattro sotto zero. “Lascerò il Milan in buone mani” disse il Cavaliere in occasione del closing. Contenti voi, contenti tutti…