Inter, inizia l’era del “rigore”
Inter, inizia l’era del rigore finanziario. Niente spese folli, autofinanziamento e rispetto dei limiti imposti dall’UEFA. Questa è l’era che la società nerazzurra si appresta a vivere dopo l’addio diventato ufficiale questa mattina di Walter Sabatini. I presupposti di questa nuova era nerazzurra però non sono affatto male.
Di questo parla la Gazzetta dello Sport in edicola oggi. Ecco le parole della rosea: “Questa rivoluzione cinese è silenziosa, ma con effetti appariscenti. Già ben visibili. A Nanchino, al quartier generale di Suning, hanno pianificato una strategia in linea con le direttive del presidente-imperatore Xi Jinping. Addio spese a pioggia, ma spazio ad investimenti razionali. Senza impennate, con un occhio costante ai conti. La Repubblica Popolare cinese ha imposto un cambio di rotta a cui neanche il poderoso Zhang Jindong ha potuto sottrarsi”.
E proprio in questi fatti sono da riconoscere le motivazioni che hanno spinto Sabatini all’addio, infatti “questa politica accorta è in controtendenza con lo spirito liberista di Sabatini, abituato a cercare il talento in ogni angolo: senza badare ai costi iniziali”.
L’inizio però è confortante
L’ Inter si appresta a vivere questa nuova era con un po’ di fiducia derivante dagli acquisti già chiusi da Suning. Si parla ovviamente di Lautaro Martinez, Stefan De Vrij e Kwadwo Asamoah. Tutti e tre praticamente presi dai nerazzurri.
Con tre colpi di questa caratura, l’era dell’austerity nerazzurra si apre sotto i migliori auspici. C’è un fatto però, secondo la Gazzetta dello Sport, che non bisogna dimenticare mai: “La famiglia Zhang, a prescindere dal budget, è ambiziosa per natura. Come l’Inter”. E questo dovrebbe rappresentare la garanzia per il futuro, a prescindere dalle spese della proprietà.