Primavera Inter: nel Viareggio “quei bravi ragazzi” sparano solo vittorie, non ce n’è per nessuno

“Goodfellas” era il titolo originario del film di  Martin Scorsese che raccontava l’epopea di un gruppo non troppo raccomandabile di italo americani a cavallo tra gli anni 50 e 60. “Quei bravi ragazzi” fu il titolo italiano di un fil diventato un cult. Lì i giovanotti sparavano pallottole più non posso.

I “bravi ragazzi” di Stefano Vecchi invece sanno sparare solo palloni in porta e vittorie. Vittorie a ripetizione. Oggi hanno sbancato anche il Viareggio e con le vittorie di campionato e supercoppa realizzano un triplete giovanile mai fatto da nessun’altra squadra. Non ce n’è per nessuno verrebbe da dire. Ma si diciamolo, anzi urliamolo, perché questi “bravi ragazzi” ed il loro mister lo meritano.

Un torneo giocato quasi tutto con mezza squadra titolare. I big Colidio, Lombardoni, Emmers, Zaniolo, Odgaard a giro con le loro nazionali o fermi per altri motivi, il resto a fronteggiare tutto il meglio del calcio italiano e non al gran completo. Merito enorme va dato a Stefano Vecchi. Quando un allenatore riesce a fare a meno dei giocatori più forti e di maggior carisma sopperendo con la forza del gruppo, siamo di fronte all’applicazione pratica del Calcio con la c maiuscola.

La tentazione di molti, anche nel calcio dei grandi, è quella di andare alla ricerca del personaggio, il leader. Estremizzare la personalizzazione in uno sport giocato in undici è un esercizio inutile, anzi dannoso, ancor più a livello giovanile. Non vince uno e si perde in undici, così come non è vero il contrario. Vecchi ha saputo fare di necessità virtù come meglio non poteva. Mancano i big? La stampa ha iniziato la beatificazione di qualche “gioiello” di altre squadre (Kulenovic su tutti, chissà perché ci torna in mente Pogba)? E noi freghiamo tutti con il gruppo, anche tra ragazzi di meno di vent’anni nei quali l’impulso alla giocata individuale è naturale.

Non c’è stato un solo momento in tutto il torneo in cui i giovani nerazzurri abbiamo cercato la ribalta individuale. Nessuno di loro ha giocato per sé stesso, per il primo gol in televisione o per la prima giocata che potesse valere un salto di carriera. Dopo la vittoria, Vecchi ha commentato così: “La cosa su cui puntiamo è il gruppo. Abbiamo sempre avuto squadre con grandi individualità ma oggi abbiamo vinto per il gruppo. Mancavano tanti ragazzi forti, ma abbiamo vinto con altrettanti ragazzi forti. Non ci sentivamo favoriti con tante assenze, bravissimi i ragazzi ad adattarsi ad un modo diverso di giocare.

A chi non torna in mente l’Inter immensa di Mourinho con Eto’o a ramazzare palloni davanti alla nostra area? Quello fu lo spirito dei campioni che sapevano che solo così potevano fare l’impresa. Lo stesso che il gruppo di Vecchi hanno messo in campo in tutto il torneo e soprattutto oggi, soprattutto dopo essere andati sotto per il gol viola di Sottil. In quel momento il sogno poteva infrangersi e ci sarebbero state ottime scusanti. Ma i”bravi ragazzi” avevano deciso che non ce ne sarebbe stato per nessuno. Sono stati di parola. Grandi, immensi, siamo orgogliosi di avervi con noi! E voi siate orgogliosi della maglia che avete vestito con tanto onore oggi, siatene fieri. Domani ancora più di oggi.