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1 Suning, poche parole ma concrete2 Tra FFP e Governo cinese2.1 Mercato ben avviato2.2 Il termometro sarà Piazza D’ArmiSuning, poche parole ma concrete
Che la società nerazzurra nell’era Suning parli poco i tifosi interisti lo hanno capito da tempo. Negli ultimi mesi una dichiarazione per minacciare querele sui debiti e la smentita alle voci di vendita diffuse ieri dal Corriere della Sera. Stop. Roba da crisi di astinenza per chi era abituato a Moratti, ma tant’è.
Diciamolo subito: siamo felici che Suning abbia deciso di spendere due parole per confermare il proprio impegno nell’Inter. Steven Zhang ci ha messo anche una sana dose di entusiasmo con un post del pomeriggio, bene così. Per la cultura cinese oggi è stata una giornata molto ma molto verbosa. Le loro abitudini sono all’opposto delle nostre: poche parole, quando è necessario, quando le indiscrezioni vanno a toccare punti estremamente sensibili, e l’ipotesi di vendere evidentemente lo era, eccome.
Tra FFP e Governo cinese
Ok, noi abbiamo capito Suning. Ora c’è da chiedersi quanto Suning abbia capito l’Inter. I tifosi hanno già sul groppone il settlement agreement e i provvedimenti restrittivi del governo cinese. Tanta roba, troppa per un’attesa che dura ormai da otto anni. Ma se il primo ce lo siamo cercato da soli, i secondi no. Chiediamo troppo a Mr.Zhang invitandolo a fare un pensierino su questa cosa? Noi intanto usciamo dalla logica semplicistica del “tifo di pancia”, per cui “Suning non compra Pastore allora #Suningout… però hanno messo a posti i conti, #VivaSuning…”.
E rendiamoci conto, una buona volta e per sempre di un particolare che molti dimenticano: a giugno 2018 finiscono gli effetti più incisivi del settlement agreement firmato da Thohir. Non finisce il FFP, anzi. La logica del FFP, dell’autofinanziamento, dello “spendo in funzione di quanto incasso” sarà la cornice del futuro.
Mercato ben avviato
Dunque bene i colpi di mercato alla Skriniar, alla Lautaro Martinez (ci auguriamo). Meglio ancora i parametri zero come De Vrji. Il quarto posto sarà fondamentale per riportare i colori nerazzurri a casa loro, l’Europa che conta, e per partecipare alla torta di diritti, quest’anno ancora più ricca.
L’Inter del prossimo anno sarà figlia di questi fatti, Ausilio ed il suo staff dovranno massimizzare le risorse che Suning metterà loro a disposizione, tante (poco probabile) o poche che siano.
Ma c’è un altro terreno su cui il gruppo cinese potrà/dovrà dimostrare la sua effettiva volontà di riportare alla luce il sogno di una Grande Inter.
Il termometro sarà Piazza D’Armi
Piazza d’Armi, la cittadella nerazzurra, una infrastruttura degna dei più grandi club europei, la Valdebebas dell’Inter. 100 milioni pronti, fu la voce di qualche mese fa. 100 milioni che non rientrano nei costi monitorati dal FFP in quanto destinati ad infrastrutture per la società, per il settore giovanile, per il brand e non riferibili direttamente alla squadra. In quanto tali dovrebbero esulare anche dal blocco governantivo cinese.
Ora il terreno è in vendita, Invimit e Comune di Milano hanno fatto i loro passi, la scadenza del bando sarà alle ore 12 del prossimo 8 maggio. Ora sta a Suning fare i propri. Il termometro su cui misurare la reale volontà di far grande l’Inter sarà anche questo. Il calcio mercato ha dei vincoli, l’acquisto di Piazza d’Armi no, anzi, porta solo agevolazioni. Se Suning acquisirà Piazza d’Armi per la nuova casa nerazzurra, sarà ben difficile da quel momento in poi criticare e smoccolare. Se al contrario non sarà così, ci sarà davvero da riflettere sulle reali intenzioni del gruppo cinese. 40 giorni d’attesa; nel frattempo sotto con il mercato, con Sabatini, Ausilio e compagnia cantante. E magari qualcuno si ricordi anche del quarto posto…