(Live) Conferenza stampa Spalletti | Inter – Verona
Il Live della conferenza di Spalletti
Conferenza stampa Spalletti | Alla vigilia di Inter Verona il tecnico Luciano Spalletti in conferenza presenterà la sfida contro la squadra di Pecchia.
Tema caldo di giornata sarà sicuramente l’addio di Sabatini. Interdipendenza vi riporterà le dichiarazioni dell’allenatore dell’Inter.
I convocati
Spalletti ha convocato 21 giocatori per la sfida di domani al Meazza. Unico indisponibile Andrea Ranocchia, che spera di recuperare per il derby, mentre rientra in lista Andrea Pinamonti, che ha smaltito il fastidio muscolare e reduce dalla convocazione con la Nazionale Under 19. Ecco la lista completa completa.
Portieri: 1 Handanovic, 27 Padelli, 46 Berni. Difensori: 2 Lisandro, 7 Cancelo, 21 Santon, 25 Miranda, 29 Dalbert, 33 D’Ambrosio, 37 Skriniar. Centrocampisti: 5 Gagliardini, 8 Rafinha, 11 Vecino, 20 Borja Valero, 77 Brozovic. Attaccanti: 9 Icardi, 17 Karamoh, 23 Eder, 44 Perisic, 87 Candreva, 99 Pinamonti.
Il tecnico a Inter Tv prima della conferenza: “Sosta finita? A noi piace giocare bisogna far ruzzolare la palla. Cosa conta? Conta vincere la partita domani, quindi che sia la tattica o la psicologia, l’importante è portare a casa tre punti, abbiamo tutti gli avversari vicino. Brozo-Gagliardini e Rafinha? Sono stati 3 di quei calciatori che nelle ultime gare ci sono stati più spesso. Contano anche gli altri. Tutti insieme vogliamo raggiungere la Champions.
Rafinha addiziona tecnica e rapidità nello stretto, sta crescendo. Abbiamo un’arma in più, una qualità differente con lui. Il Verona è allenata da una bella persona, sa fare tutto, sa trasferire la voglia di giocare a calcio, di avere un carattere forte. Hanno fatto vedere che sanno adattarsi. Sanno quando prenderti, e metterti in difficoltà. Noi dobbiamo trovare la soluzione per vincere.”
E’ più importante la gara col Verona rispetto al derby?
“Il Verona è il miglior allenamento mentale per farsi trovare pronti per il derby. Bisogna evitare di fare confusione. Se abbiamo la possibilità di aggiungere cose al nostro modo di fare lo farò. Volevo fare i complimenti a Vecchi per il Viareggio. Ha vinto un torneo difficile, in finale aveva una squadra per 9/11 differenti. Ha fatto esordire dei ragazzi, come Vergani, due anni più giovani.”
Addio Sabatini?
“Le sue dimissioni hanno fatto rumore, visto il valore del direttore e dell’uomo. Mi è dispiaciuto molto. So le qualità che ha professionalmente e personalmente. Le sue dimissioni non lasciano nessuna eredità, nel bene e nel male. Chi è dell’Inter deve mettere l’Inter davanti a tutto. Vale per tutti. Vedo Sabatini come un Samurai. Perchè è uno che ha la sintesi. Che lotta per incidere. Aveva detto che mi salutava, l’ho sentito a telefono”.
Miracolo quarto posto o traguardo minimo?
“Debbo riuscire a far dare il massimo ai miei calciatori, raggiungendo la posizione più importante che ci possa essere. Dal mio punto di vista c’è ancora delle possibilità di raccogliere il massimo. Non so come andrà a finire, non so su come rimettermi in pari, perchè abbiamo tanto a disposizione. La squadra ha potenzialità. C’è la possibilità di raggiuntere un obiettivo importante. Domani abbiamo 60000 persone da rendere felici.
Scelte di formazione in virtù del derby?
“Le scelte di domani saranno fatte in virtù del risultato. Un conto è voler assolutamente una cosa, un conto è aspettare che la vita faccia il suo gioco, senza andare a determinarla con forza. Dentro questo sport, quando si gioca a calcio e si vogliono raggiungere i risultati, bisogna aver la rabbia giusta per determinare. O nasci tosto o ci diventi.”
State parlando di rinnovo? Accetterebbe ancora la politica dell’austerity?
“Io non sono in scadenza. Son venuti i direttori per fare il programma per l’America. Io sono l’allenatore dell’Inter e lo sarò anche l’anno prossimo. Sono problemi vostri. I contratti servono a far venir fuori un pò di clamore. Vengono disfatti in un attimo. Faccio il contratto per non mettere in difficoltà la società e me stesso. Non ci sono problemi.”
Mercato anche su giocatori interni, come Cancelo e Rafinha.
“E’ una valutazione che faremo strada facendo. Seguiamo anche i calciatori fuori che sono nostri. Purtroppo con loro non abbiamo trovato la via per tenerli. Può darsi che noi non l’abbiamo stimolato in maniera corretta. Li valuteremo, ci sono molti particolari che ci piacciono. Ci sono molte cose che fanno vedere di poter convivere con il gruppo dell’Inter. Mancano ancora delle partite. Si continua a mettere in conto che può succedere qualsiasi cosa.”
Sabatini si dimette, lei come giudica questo segnale?
“Ha risposto Sabatini. Ha detto i motivi. Io non entro nel confronto, in una riunione fatta tra la proprietà e lui. Sarebbe sbagliato da parte mia. Lui ha detto i motivi. Io ne sto fuori.”
Rafinha studia l’italiano?
“Anche questi sono segnali importanti. Quando ho chiesto dell’Inter e di Milano lui mi ha risposto: Sì, mi piace!”
Quale giocatore riporterebbe dietro?
“Kondogbia. Se il Valencia non esercita il diritto di riscatto… Dipende da loro. Nagatomo sta facendo bene. Joao Mario ha giocato partite interessanti. Su Gabigol avete detto che non sono capace, è vero, sta facendo gol.”
Le parole di Moratti (“L’Inter si è impoverita”) e l’augurio di Sabatini (“Spero vinca all’Inter e resti almeno 5 anni”).
“Milano mi piace, l’Inter mi piace. Ci lavoro volentieri. Vengo presto. Voglio cercare di determinare. Se non raggiungeremo questo obiettivo, ce lo porteremo solo per sempre il fatto di non averlo raggiunto. In futuro con la crescita potrà dare fastidio il non raggiungere questo obiettivo. Rispetto Sabatini, ho con lui un bellissimo rapporto e lo manterrò, perché è intelligente e capace. Gli anni di contratto sono bellissimi, ma non conta niente. Non incide la durata sulla voglia di lavorare all’Inter. Ai miei calciatori dico: guardate che ci dispiacerà per sempre non aver raggiunto l’obiettivo”.
Mondonico? “Emiliano era una persona squisita sotto l’aspetto dell’essere diretto e sintetico. Riusciva a mandare messaggi comprensibili rapidamente da tutti. Ha fatto bene con squadre normali, lanciando tanti calciatori. Sono vicino al dolore della famiglia. Spero che ne rinascono altri come lui”.
Non prendere gol da tre gare a San Siro può “alleggerire” la vostra testa o creare più pressione?
“Secondo me bisogna togliere il dubbio se San Siro può crearci difficoltà. E’ casa nostra, chi entra deve chiederci permesso. Dobbiamo far vedere che conosciamo casa nostra e lo portiamo noi per il campo. I 60mila di domani devono essere un aiuto, sennò bisogna andare a giocare in una squadra con meno sentimento. San Siro non crea difficoltà: è casa nostra. Chi viene in casa nostra deve chiedere il permesso. Deve essere così. Lo specchio ti ridà quello che ci metti davanti. O non ci vai davanti o cambi squadra: è così.”