Matias Vecino è stato intervistato da Il Giornale
“Il derby è fondamentale per noi, abbiamo la possibilità di allungare. L’ultimo in coppa Italia l’abbiamo perso mentre all’andata abbiamo vissuto una notte incredibile e vogliamo viverne un’altra. Chi lo decide? Un episodio e gli attaccanti. I nostri sono forti e se gli diamo palle pulite in area sappiamo che possono fare male al Milan. Non dico come finisce, porta male. Ma vogliamo vincere. C’è più adrenalina, emozioni speciali. Noi giochiamo anche per la nostra gente e non vogliamo deluderla”.
Esordisce così Matias Vecino ai microfoni de Il Giornale. A chi gli chiede qual è il giocatore che toglierebbe al Milan, il centrocampista nerazzurro risponde: “Mmh… Sinceramente nessuno. Grande squadra in un ottimo momento ma non toglierei nessuno. Conosco i sudamericani e ho un ottimo rapporto con Kalinic ma non lo sentirò di certo prima del derby… Cosa farei se segnassi il gol decisivo nel derby? Impazzirei, farei una corsa di 100 metri!”.
La pubalgia e lo spogliatoio diviso: la verità dell’ex Fiorentina
“Da gennaio soffro per la pubalgia. Facevo fatica a correre e ad allenarmi, mi ha penalizzato. Ora sto meglio ma il mister ha trovato altre soluzioni ed ora tocca aspettare, è normale. Ma sono felice”.
La squadra ha ricominciato a vincere dopo un periodo non esaltante…
“Abbiamo ritrovato consapevolezza e fiducia e quando è così anche la fortuna torna a girare dalla tua parte. Prima si era abbassato il livello. Ci sono mancate certezze e quando è così è difficile uscirne e non capisci neanche perché ci sei dentro. Anche se ti alleni bene e ti impegni non riesci a mettere le cose in campo e ti gira tutto storto”.
Quanto è importante il lavoro di Spalletti?
“Molto. A me ha dato tanta fiducia. È uno che ti spinge sempre a dare il massimo e andare oltre le tue possibilità”.
Si è parlato di divisioni, di clan, di litigi…
“Tutte balle che escono quando le cose vanno male. È normale che ci siano gruppi, io parlo di più coi sudamericani per questione di lingua. Ma siamo molto uniti. Quando va male si cominciano a cercare cose fuori dal calcio ma sono solo voci”.
Se pensa al futuro, con chi vorrebbe giocare?
“Troppo facile dire Messi e Ronaldo. Dico Iniesta e Busquets”.
Due che andranno al Mondiale, come lei.
“Un sogno, la cosa più bella e importante della carriera”.
Eppure poteva giocare per l’Italia.
“C’è stato qualche avvicinamento ma non ho mai avuto dubbi. La nazionale è troppo importante, giocare per l’Italia per me sarebbe stato come giocare per un club, non mi sento italiano, non avrebbe avuto senso né rispetto”.
Lei al mondiale e Icardi no…
“Speriamo tutti e due. Loro hanno tanti attaccanti ma uno come lui non può mancare e credo che alla fine ci andrà. Ci devono essere i migliori e ci sarà anche lui”.