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Ceccarini riesumato dopo venti anni. Chiediamoci perchè…

Non cercate di riscrivere la storiaIl bel tacere non fu mai scritto.Questo antico adagio, probabilmente, è sfuggito a Piero Ceccarini (e non solo). L’ex arbitro di Serie A è infatti tornato a parlare del padre di tutti gli errori arbitrali: il fallo di Iuliano su Ronaldo in quello Juventus-Inter del 26 aprile 1998 che, una volta per tutte, mise fine ai sogni Scudetto della squadra di Gigi Simoni. Non ci sorprendiamo che, in un Paese dove chiedere scusa oramai è merce rara, anziché correggerlo abbia confermato lo svarione. Le sue dichiarazioni, rilasciate a Premium, hanno inevitabilmente scatenato un terremoto.Piuttosto che infuriarci, invito i miei quattro gatti di lettori a una seria presa di posizione. Perché, dopo quasi 20 anni, è stato fatto ‘riemergere’ il signor Piero Ceccarini? Forse per lo stesso motivo che, nonostante le note vicende giudiziarie (grazie a Dio quelle restano lì, nero su bianco), viene ancora dato spazio a Luciano Moggi. E’ quanto meno curioso che, quando l’Inter rialza la testa, si attivano alcuni meccanismi per spostare l’attenzione dalle prestazioni dei nerazzurri. Ancora più curioso – fingiamo di passare per fessi, è meglio – che fra questi ‘ingranaggi’, a soli 20 giorni dall’anniversario di quella partita e dallo scontro in campionato contro i bianconeri, sia scattato quello dell’intervista a Piero Ceccarini.Qualcuno vuole difendere l’indifendibile? Così sembrerebbe. Altrimenti non si spiegherebbero le levate di scudi dopo le parole di Ronaldo durante la serata dei 110 anni di Inter. Non si spiegherebbero, poi, i continui riferimenti a Calciopoli come “il processo più sbagliato di tutti” da parte di una certa parte dei tifosi bianconeri. E non solo bianconeri. La storia, cari signori, è lì. E non si cancella. Fatevene una ragione. Perché più voi proverete a riscriverla, più ci troverete qui ad urlare ancora più forte la verità. E’ nostro dovere, infatti, impedire che da vittime qualcuno ci trasformi in carnefici. E’ nostro dovere ribadire la posizione dell’Inter: una squadra che non è mai finita in B per il calcio scommesse, ad esempio. Una squadra che è stata risarcita di uno Scudetto, pur arrivando terza, perché c’era un sistema marcio di cui l’Inter non faceva parte.E’ nostro dovere ricordarvi, cari signori, ciò che cantava Fabrizio de André: “Per quanto voi vi crediate assolti,  siete per sempre coinvolti”.

 

Matteo Gardelligiornalista professionista