I “miserabili” scrivono a Buffon
Chi gode delle sconfitte altrui “fa capire quanto miserabile possa essere l’uomo. E io sono orgoglioso di non fare parte di questa schiera”. (cit.G.Buffon, 12 giugno 2017).
Ciao Gigi, sono orgogliosamente uno del popolo miserabile, come ci definisci tu. Ancora più orgoglioso di esserlo dopo il tuo show di Madrid. Non solo e non tanto per la sconfitta della Juventus, che per quanto mi riguarda resta solo ed esclusivamente un fatto sportivo. Berlino, Cardiff, Madrid per noi sono occasioni di divertimento, irrazionale e quasi infantile se vogliamo, come è giusto che sia nella logica del tifo. Il tifo autentico intendo, quello fatto solo ed esclusivamente di passione forte ed autentica ma che sa anche ridere di sé stessa.
Il problema non è nostro, è tutto tuo. Perché è la fine del tuo film che va avanti da anni. Una sceneggiatura fatta di mille lacrime versate a favore di telecamera, di lezioni di morale impartite da un maestro poco credibile, che ha sempre visto la pagliuzza nell’occhio dell’avversario ma mai la trave nel suo. Lo stile di un uno che si è creduto invincibile sempre e comunque. L’invincibilità espressa ai tempi di Parma con il “boia chi molla”, quella dello scommettitore di altissimo rango, fino all’avventura imprenditoriale, novello Marchionne del tessile ma che rischia di mettere sotto un ponte centinaia di lavoratori.
Le tue parole di Madrid hanno finalmente ed una volta per tutte svelato il tuo vero volto. Quello cioè di una persona che si ritiene, forse si è sempre ritenuto al di sopra delle regole, come tanti altri del resto in questo nostro povero paese. Noi continueremo ad essere “miserabili”, persone che rispettano le regole e sanno sorridere, del calcio e di sé stesse. Non avremo niente di cui vergognarci, andremo negli stadi a testa alta e la schiena dritta. Pronti ad essere maledettamente di parte, tutte le volte che vedremo una partita, un po’ di più quando giocherà la Juventus.
Tu da oggi invece sei stato scaraventato dal tuo piedistallo di onorabilità. E non lo diciamo solo noi. Lo dice il tuo ex capitano Del Piero, lo dicono alcuni dei tuoi tifosi che ti rimproverano di aver trascinato la Juve sullo stesso piano dell’Inter. E te lo ha detto anche un tuo grande collega del passato, Oliver Kahn con parole dure ma realistiche “Non è facile capire quando smettere. Se si fosse ritirato prima si sarebbe risparmiato l’eliminazione con la Svezia e quest’ultima delusione col Real Madrid…“.
La nostra “miserabile” filosofia è riassumibile in quel fantastico post “sei più bella del secondo tempo di Cardiff” che molti di noi hanno girato a mogli, fidanzate e compagne il 4 giugno 2017, ricevendo per ricompensa sorrisi di compatimento o “vaffa” clamorosi ma facendoci sopra una sana risata. Il bidone della spazzatura, il rigore da non dare “perché non ho 25 anni”, l’arbitro animale impreparato, che non sa un c***o e quindi vada a mangiare patatine in tribuna riassumono invece il tuo modo di vivere il calcio e la vita. 2-0 per i “miserabili”, non c’è più tempo Gigi, l’arbitro ti manda a prendere un the caldo negli spogliatoi. La partita è finita. La tua.