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Juventus: è caos dopo Madrid, volano i cocci, Del Piero nel mirino di Tuttosport

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1 Juventus: Del Piero nel mirino2 Lo sfogo di Buffon diventa una medaglia3 Tolleranza zero per il pensiero diverso4 La condanna della “bergomizzazione”Juventus: Del Piero nel mirino

(Juventus Del Piero) Gli effetti della serata del Bernabeu non sono finiti, anzi. Quelli sportivi saranno messi in un angolo già da domani quando la squadra tornerà in campo per riprendere il cammino verso il titolo. Ma quelli relativi alle polemiche sollevate dal comportamento e dalle parole di Buffon e della squadra dopo il rigore di CR7 sono ben lungi dal trovare una composizione.

In casa bianconera non è ammesso diritto alle idee diverse. Vige un centralismo democratico ferreo, un pensiero unico che impone solo l’allineamento fedele. Una parola in disaccordo vale la patente di reietto, la Siberia di una volta. E’ il caso di Alex Del Piero, attaccato oggi in maniera eloquente sulla prima pagina di Tuttosport da un articolo di Luca Beatrice.

Lo sfogo di Buffon diventa una medaglia

L’autore, ovviamente, si schiera a favore dello sfogo di Buffon, elevandolo al rango di medaglia di juventinità allo stesso modo in cui i senatori della Juve del 2006 scelsero di seguire la società in serie B dopo le vicende di Calciopoli. C’era anche Del Piero, in quella schiera di valorosi. Ma per Beatrice resti un valoroso solo se ti schieri dalla parte giusta, guai a pensarla diversamente. Ecco la sua sentenza di scomunica per la bandiera di un tempo. “Dall’addio al calcio italiano, però, qualcosa si è rotto. Comprensibile l’amarezza per la scelta della società, molto meno quell’astio che col tempo non si è attenuato, prova ne sia la presa di distanza dal suo ex compagno con un tono critico da cui non passa neppure un briciolo di solidarietà</em>.”

Il nuovo mestiere di Del Piero è il commentatore televisivo su Sky. Un ruolo che gli ha reso necessario un processo di bergomizzazione che proprio non ci convince e anzi, ci delude. Mutuo la definizione dall’amico Gianmaria Manghi, competente assoluto di cose pallonare, che lo definisce «scolastico, adempitivo, laconicamente malinconico come le foglie d’autunno».”

Tolleranza zero per il pensiero diverso

Per uno che il bianconero l’ha portato per quasi vent’anni sulla pelle, stona il non aver capito la situazione. Persino il professore Andrea Pirlo ha ammesso, «sarei uscito fuori di testa». Lui no, neo-professorino dell’opinionismo popolare. Così, a pensare male, sembra davvero che rancori e ruggini siano riusciti a prevalere sulla sua indimenticabile leggenda. Peccato. Fermo restando che a nessun campione può essere garantito un posto nello staff tecnico o dirigenziale, ora capisco la differenza tra Pavel Nedved, pronto a sbranarsi la truffaldina terna arbitrale, e Alessandro Del Piero, freddo e calcolatore a sputar sentenze in uno studio televisivo</em>”.

Del Piero va nel ghetto perché ha osato schierarsi contro Buffon e contro la sua ex squadra. Forse c’era di già, fin dal momento in cui non gli era stato offerto un posto dirigenziale come a Nedved. Ma quello che più sorprende è l’accusa rivolta a Del Piero di essere obbiettivo, vista la sua figura di opinionista e non più di uomo di parte.

La condanna della “bergomizzazione”

Processo di “Bergomizzazione” la chiama l’autore, con tono vagamente schifato parlando di un ex interista e che per di più ha il “difetto” di svolgere la sua nuova professione con la neutralità richiesta.

Qualcuno spieghi a Beatrice che a pensare non si fa reato, neanche se il pensiero degli altri non ci piace. Mai avremmo pensato di dover diventare strenui di difensori di Alex Del Piero, la sua linguaccia dopo quella punizione meravigliosa messa al sette a San Siro nel marzo del 2012 ancora ce la ricordiamo e ancora brucia. Il Bernabeu ha fatto anche questo miracolo.
Fonte Tuttosport
(Juventus Del Piero)