Atalanta Inter: continua l’inseguimento ma all’arrivo potrebbero esserci sorprese
Indice dei contenuti
1 Atalanta Inter è stato un mezzo passo falso dei nerazzurri anche se per diversi motivi ci si può ritenere soddisfatti2 Il nuovo regista3 L’arrivo di Rafinha4 Modulo e approccio5 Panchina corta e domande sul futuroAtalanta Inter è stato un mezzo passo falso dei nerazzurri anche se per diversi motivi ci si può ritenere soddisfatti
Atalanta Inter è stata una delle partite più difficile giocate dai nerazzurri quest’anno. Pur essendo stato raccolto un solo punto, oggi a mente fredda è possibile comunque chiarire alcuni aspetti. Innanzitutto bisogna dire che i bergamaschi sono stati sconfitti dalla Roma con una punizione di Kolarov, hanno perso contro il Napoli ma contro la Juventus e la Lazio sono arrivati due pareggi molto importanti. Poi bisogna anche evidenziare il fatto che ci fosse un’importantissima defezione in mezzo al campo: Brozovic.
Il nuovo regista
La sua assenza si è sentita e non poco. Dalla partita con il Napoli infatti l’inter ha cambiato volto dimostrandosi moto più propositiva e capace di uscire con la palla a terra in maniera pulita e ordinata. Valero nello stesso ruolo, oltre ad aver dimostrato una carente condizione fisica, non ha nemmeno contrappesato il tutto con personalità ed esperienza: ciò che ci si sarebbe aspettato da un giocatore della sua esperienza. Rimane comunque evidente che nella prima metà di stagione fosse stato lui a dare tempi e ritmi di gioco in maniera ben definita. Con il passare delle giornate però è calata anche la sua condizione che ha costretto Spalletti a reinventare la formazione.
L’arrivo di Rafinha
Il brasiliano ha dato una fisionomia diversa al gioco, ma forse non è quella che avrebbe voluto Spalletti. Senza richiamare i soliti paragoni con gli interpreti da lui preferiti, anche nella partita di ieri non sembrerebbe aver particolarmente brillato. Forse si tratta di un giocatore più idoneo al palleggio e alla gestione piuttosto che all’attacco dello spazio. Tecnica sicuramente sopraffina ma contro una squadra fisica e organizzata come i bergamaschi, ha sofferto in maniera terribile. Solo al calare dell’intensità del pressing è riuscito a dare un contributo alla squadra. Non è quindi quel giocatore che da solo può sobbarcarsi la responsabilità di impostare la manovra offensiva, perlomeno non lo avrebbe dimostrato ad oggi. Beneficio del dubbio concesso anche dal fatto che la mediana ieri fosse in grosso debito di ossigeno e che abbia iniziato fuori ruolo.
Modulo e approccio
L’approccio vista la formazione schierata non poteva essere diverso. Come confermato dallo stesso Valero e d Mister Spalletti, l’obiettivo era quello di creare un uno contro uno per creare delle giocate importanti. Il 3-4-1-2 però non ha funzionato benissimo soprattutto per una carenza di condizione. Tralasciando la giornata no di Cancelo, Santon dall’altro lato non ha mai dato un contributo alla fase offensiva essendo costretto a rimanere sempre nelle retrovie a controllare il proprio diretto avversario. Rafinha poi avrebbe iniziato come esterno alto a destra, evidenziando i suoi limiti di corsa nello spazio soprattutto in fase di ripiego. Qualcosa è cambiato quando l’ex Barca è stato spostato più vicino ad Icardi, divenendo più incisivo e pericoloso. Modifica però avvenuta tardi e che non ha consentito la crescita della prestazione nei tempi giusti per concretizzare il gol.
Panchina corta e domande sul futuro
Prima ancora di parlare di demeriti della rosa e del tecnico è giusto sottolineare come la squadra sia lì grazie al lavoro, al sacrificio e alla tenuta mentale che sembra abbia fatto enormi passi in avanti rispetto alle passate stagioni. Nelle partite però esistono più game da giocare come se la stessa si suddividesse in fasi. La panchina nerazzurra attualmente non disporrebbe di variegate frecce per dare in campo qualcosa di diverso. Se si crede che Karamoh, nemmeno ventenne, possa essere l’arma segreta allora non è chiaro il concetto di come si debba gestire e preservare un talento. Non è da lui che ci si possa aspettare la costruzione e la personalità. Forse avrebbe potuto avere più spazio nel corso delle gare in modo da acquisire sicurezza e affiatamento con i compagni, ma ciò forse è giustificato dal fatto che le prestazioni della squadra non siano mai state lineari. Il rischio di avere un effetto contrario quindi sarebbe potuto essere molto alto. Stesso discorso presumibilmente per Dalbert che ancora ad oggi, sembrerebbe essere un oggetto misterioso del mercato estivo.
Arrivare in Champions sarebbe un traguardo stagionale importante a livello economico. Sarebbe lo step necessario per alimentare la crescita in maniera più rapida. Il diktat quindi dovrà essere spese contenute ma per giocatori capaci di coesistere tra loro in un modulo ben preciso. Nonostante il FFP finanziario potrebbero quindi verificarsi non poche sorprese con cessioni magari fino ad oggi ritenute impensabili.