(CdS) Materazzi non le manda a dire all’ex arbitro Ceccarini. Che risposta!

Materazzi risponde a Ceccarini

Materazzi si sa, quando parla non è mai banale. Oggi sul Corriere dello Sport racconta cosa significa per lui Inter-Juventus, la prossima sfida che vedrà impegnati i nerazzurri in campionato. E proprio di un Derby d’Italia parla in particolare. Quello del 1998 che si disputò a Torino, e che vide accadere il celeberrimo scontro Ronaldo-Iuliano.

Chiunque, regolamento del calcio alla mano e affiancato da buoni decimi o, in caso contrario, aiutato da un buon paio di occhiali, può dichiarare che era fallo del difensore juventino. Chiunque, ma non Ceccarini che, parlando a Sport Mediaset qualche tempo fa, ha riaperto il dibattito confermando la sua decisione del campo: niente rigore per l’Inter.

Matrix ha voluto rispondere per le rime all’ex arbitro. Ecco la sua risposta: «Io non c’ero ed ero un semplice tifoso, ma mi ricordo bene quello che è successo. Le sue parole mi hanno fatto pena o tenerezza perché tutto il mondo ha visto quello che è accaduto. Se dopo 20 anni è convinto che doveva ammonire Ronaldo per simulazione, davvero non so se sorridere o piangere. Ha sbagliato una volta e continua a sbagliare anche adesso». Nulla da aggiungere.

La legge di Matrix

Materazzi, nel corso della sua carriera, non ha mai risparmiato nessuno. I suoi interventi, ai limiti del regolamento, ma carichi di passione e grinta, hanno fatto parecchi danni ma, al contempo, hanno protetto divinamente l’area nerazzurra. E questo, con le dichiarazioni di oggi, continua a farlo ancora splendidamente.

Anche se oggi non c’è più l’area interista da difendere, ma tutta l’Inter. La società nerazzurra che spesso viene denigrata in lungo e in largo, i calciatori appellati come scarsi dagli stessi tifosi. Eppure oggi sono lì, a un punto dallo storico ritorno in Champions League. Per questo, e per tanti altri motivi, oggi più che mai occorre fare quadrato attorno alla società e ai calciatori. Marco Materazzi ha iniziato, ai tifosi nerazzurri spetta l’onere di proseguire questa difesa, in nome della “Legge di Matrix” che non ha mai risparmiato nessuno in campo e che, ancora oggi, continua a mietere vittime.