Inter: l’ex Mirabelli sulla graticola, dr. Criscitiello niente da dire a Piero Ausilio?
La Gazzetta dello Sport affronta oggi la situazione venutasi a creare nel Milan dopo la sconfitta interna contro il Benevento. La Champions è svanita, la qualificazione in Europa League traballa. Per rientrare in Europa dalla porta meno nobile i rossoneri dovranno scavalcare l’Atalanta nella prossime quattro gare con lo scontro diretto a Bergamo che potrebbe rivelarsi decisivo. Oppure vincere la finale di Coppa Italia con la Juventus. Più facile a dirsi che a farsi.
E tutto questo dopo i 200 e passa milioni di euro spesi nello scorso mercato tra fuochi artificiali e proclami da colui che oggi finisce sul banco degli imputati, Cesare Mirabelli. L’ex dirigente nerazzurro si trova ora nel mirino di quello che appare il vero dominus della società rossonera. Quel fondo americano Elliott che secondo la Gazzetta “è sempre più presente e che ora inizia a chiedere il rafforzamento del management sportivo”. Rafforzamento che potrebbe significare collaborazione condivisione delle responsabilità con altri dirigenti o addirittura licenziamento e sostituzione. Qualcuno addirittura ha sollevato oggi una ipotesi clamorosa anche se poco verosimile, che vedrebbe Walter Sabatini in entrata nello staff dirigenziale di Casa Milan.
Che Mirabelli non se la passi troppo bene è già stato fotografato in questi ultimi giorni. Dopo Strinic e Reina, il DS rossonero era già pronto a chiudere il terzo affare a parametro zero, quello di Bernard, ala mancina dello Shakhtar. Dalla Cina è arrivato un netto e fragoroso stop all’operazione, segnale inequivocabile delle difficoltà tra il dirigente e la proprietà.
Cesare Mirabelli si era accasato al Milan nella primavera del 2016, chiamato dal nuovo AD del Milan Fassone e lasciando l’Inter ed il ruolo di Capo degli osservatori che l’amico Piero Ausilio gli aveva affidato. Un salto di carriera niente male da un punto di vista di responsabilità. “Un salto nel buio” lo definì il diretto interessato in una intervista al Corriere dello Sport del 17 giugno 2017. Aveva ragione lui, oggi quel buio sta avendo il sopravvento sull’ambizione di un dirigente che non si fece scrupoli nel rapido e clamoroso cambio di casacca.
Ed un vero salto nel buio furono anche le parole di qualche addetto ai lavori, forse un po’ frettoloso nel giudicare l’Inter ed il suo via libera a Mirabelli destinazione Milan. Uno su tutti Michele Criscitiello, Direttore di Tuttomercato web, che lo scorso 25 luglio scriveva “ “Fassone apprezzò le relazioni e le discussioni tra Mirabelli e Ausilio e capì subito, poi tutto confermato dal campo, che le intuizioni di Mirabelli erano giuste al contrario delle analisi di Ausilio. Suning oggi paga tre direttori sportivi, tra questi c’è Baccin che è molto bravo e competente, ma il vero Direttore lo aveva in casa e se lo è fatto sfuggire con troppa superficialità. Mirabelli ha tre grandi qualità: viene dalla gavetta, è una persona onesta e guadagna solo dal Milan e non da giri strani con i procuratori amici e sceglie i calciatori perché li conosce.”
Diciamo che ogni tanto anche i più bravi possono sbagliare. Ammettiamo pure che la campagna acquisti faraonica che il Milan stava realizzando in quei giorni possa aver accecato la vista dei più esperti. Anche perché, negli stessi giorni, Ausilio stava comprando autentiche scommesse come Skriniar e Cancelo. Il FFP limitava le possibilità di movimento nerazzurre sul mercato, il Milan fece la scelta di spendere tutto e subito.
Oggi i risultati sportivi rossoneri sono sotto gli occhi di tutti. Quelli economici e gestionali li conosceremo nelle prossime settimane, quando l’UEFA renderà note le sanzioni imposte dal settlement agreement. L’Inter sta lottando per il quarto posto, il Milan arranca. L’Inter sta uscendo dalle pastoie del settlement agreement, il Milan ci sta entrando. Alla luce di quello che succedendo oggi, Direttore Criscitiello, ancora convinto delle sue parole su Mirabelli e Ausilio? Due righe di scuse per il DS nerazzurro proprio no?