Indice dei contenuti
1 Anni 60: la rivalità inizia da lì2 Il primo anno di Helenio Herrera2.1 Il fattaccio nel big match a Torino: vittoria a tavolino2.2 Il ricorso della Juventus, la protesta clamorosa dell’Inter2.3 Corsi, ricorsi…e scongiuriAnni 60: la rivalità inizia da lì
(Inter Juventus) Chi pensa che la rivalità feroce tra Inter e Juventus nasca con il rigore negato da Ceccarini a Ronaldo, con Calciopoli, con Moggi, sbaglia di grosso. Occorre tornare indietro nel tempo, molto indietro. Da lì la storia del calcio italiano inizia a parlare di fatti strani, anomali, poco chiari quando Inter e Juventus devono regolare qualcosa che va la di là del semplice fatto sportivo.
Chi ha una certa età potrà ricordare, potrà dare testimonianza del fatto che la rivalità tra le due società è sempre stata caratterizzata da un intreccio di sport e potere. Dove all’Inter quasi sempre toccava lo sport ed alla Juve il potere. Una prova? O meglio un teorema di cui dare dimostrazione.
Il primo anno di Helenio Herrera
Campionato 1960-61, Papà Moratti aveva appena portato all’Inter il genio di Helenio Herrera. L’avvio di torneo dei nerazzurri fu devastante. Cinque gol a Bergamo, sei a Udine, cinque al Vicenza. Arriva il derby d’Italia: i nerazzurri a San Siro asfaltano la Juve per 3-1 e un mese più tardi conquistano lo scudetto d’inverno. Quattro punti di vantaggio sui bianconeri quando la vittoria ne valeva due non erano un margine tranquillizzante ma pur sempre apprezzabile.
Da lì in poi qualcosa che abbiamo (purtroppo) imparato bene a conoscere in questi ultimi anni. Una sorprendente flessione dell’Inter, che tra marzo e aprile stecca per quattro volte consecutive, scivolando a quattro lunghezze dalla Juve.
Il fattaccio nel big match a Torino: vittoria a tavolino
Domenica 16 aprile 1961 a Torino è l’occasione per tentare di riavvicinarsi ai rivali. Il Comunale è stracolmo, le tribune non bastano a contenere tutti gli spettatori, molti dei quali invadono i bordi del campo, sistemandosi sulla pista di atletica (e un paio, pare, addirittura sulla panchina di Herrera).
«La gente stava a pochi metri di distanza – ricorda Aristide Guarneri, stopper dell’Inter di allora – ma un pericolo vero e proprio non c’era». L’arbitro genovese Gambarotta non la pensa così e al 31′ decide di interrompere il gioco, dopo che l’interista Morbello aveva colpito un palo. Il regolamento parla chiaro. In casi del genere, la vittoria va attribuita alla squadra ospite, la Lega assegna il 2-0 all’Inter.
Il ricorso della Juventus, la protesta clamorosa dell’Inter
La Juve fa ricorso ma di fronte all’evidenza dei fatti pare più un atto dovuto ai propri tifosi che altro. Si torna a meno due, le speranze dei ragazzi di HH si riaccendono. Ma per poco. Pochi giorni dopo, prima dell’ultima di campionato, la Caf accoglie il reclamo della Juve.
La partita va rigiocata è la sentenza. Le proteste ed i sospetti si sprecarono. La partita fu rigiocata il 10 giugno, l’Inter per protesta decise di non far giocare i titolari ma di mandare in campo undici ragazzi. 9-1 per la Juventus, con sei gol di Omar Sivori.
Corsi, ricorsi…e scongiuri
Molti ricordano che quel giorno esordì Sandrino Mazzola. Pochi invece ricordano che Umberto Agnelli era presidente della Juve ma anche della Federcalcio. Come volevasi dimostrare. All’Inter lo sport, alla Juve il potere. Fin da allora, nei secoli dei secoli.
PS: si notino le inquietanti analogie: la già ricordata flessione dell’ Inter dopo un gran girone d’andata, la data del “misfatto” degli anni ’60 il 16 aprile (il rigore di Ceccarini su Ronaldo è del 26 aprile 1998, domenica prossima ne avremo 28, tutto succede in aprile). Ogni forma di scongiuro è ben accetta…
(Inter Juventus)
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