Inter Juventus, sabato andrà così…più o meno
Inter Juventus: è sabato pomeriggio. Inizia la riunione tecnica. Poi l’Inter salirà sul pullman e raggiungerà lo stadio Giuseppe Meazza. Luciano Spalletti sta per parlare ai ragazzi. Sono gli ultimi chiarimenti prima della gara. Si inizia. Il tecnico legge la formazione. Nella sala non vola una mosca. La tensione si può tagliare con un coltello. Solo Yann Karamoh abbozza un gesto di rammarico. Ha capito che, no, non avrà una maglia da titolare.
L’allenatore di Certaldo prende la parola. «Allora, siamo arrivati a questo punto nonostante le mie e le vostre “bischerate”. Quasi tutti siamo all’Inter da poco tempo. C’è chi è arrivato un anno fa, chi due, chi poco più. Stasera ci saranno quasi 80.000 persone. Ognuna di loro è interista da una vita. Ognuno di loro, per chi di voi non lo sapesse, ha sofferto le pene dell’inferno negli ultimi 50 anni. La colpa? Sempre “quelli là”. Io ‘un vi voglio mettere ancora più tensione addosso, ma tutto lo stadio di San Siro si aspetta qualcosa di speciale. Perché se un’ si torna a giocare in Champions League, questi ci danno dietro per tutto i’ Viale Novara. Che l’avete capito bene o no?».
Perisic e Icardi, sempre loro due
Pausa scenica.
Brozovic capisce che dovrà diventare davvero Epic. Icardi capisce che, sì, è la sera giusta per centrare qualche record. E anche Miranda intuisce che “sono il miglior difensore della Serie A” lo deve dimostrare. Spalletti riprende. «Questi juventini sono incazzati come bufali. Stasera giocheranno per asfaltarci. E noi icchè si fa? Che ci si fa addosso come co’ i’Benevento e i’ Crotone? No, vero? Allora facciamo una cosa. Ognuno di voi, nel riscaldamento, guardi negli occhi uno per uno questi 80.000 tifosi. Basterà questo per capire icchè deve fare ciascuno di voi».
Altra necessaria pausa scenica.
«Perisic, tu bevi dopo! Che ha’capito o te lo devo rispiegare in croato? Questi tifosi c’hanno un fegato come un pallone, a me vu me l’avete fatto venire come una salamella da un paio di chili. Mauro, che ha finito di legatti le scarpe o si deve chiamare una ditta di fuori Milano? Io un ne posso più di voi due. Va bene che vu la buttate dentro solamente voi due, ma vu’ mi fate morire».
Mauro, senza pietà!
Spalletti è in trance. Il monologo riprende. «Noi si dovrà essere furbi come le volpi, pazienti come i’serpente, lucidi come…i’lucido da scarpe. Ci saranno dei momenti che verranno avanti a folate come i’Maestrale a Livorno, noi si dovrà reggere l’impatto e ripartire. Ripartire veloci, che ha’ capito Brozo, veloci, via la palla di prima, senza farci all’amore. Ci daranno poche possibilità, ma qualcosa lasceranno. In quei pochi frangenti, Mauro guardo te tu lo sa bene perché… senza pietà Mauro! Senza pietà! Perché se tu fai altre du’ cazzate come ni’ derby, a me mi salta la coronaria. E quegli 80.000 te tu te li ritrovi tutti all’uscio di casa, occhio…».
Poi il gran finale. «Andiamo ragazzi, andiamo a vincerla, per noi e per questa gente. Amala! Perché stasera nessuno può fare errori. Nessuno. Perché questa sera dovrete sentirvi e soprattutto giocare come Sarti, Burgnich e Facchetti; Bedin, Guarneri e Picchi; Jair, Mazzola, Peirò, Suaerz e Corso. Perché questa sera non dovrete far gioire solo gli 80.000 di San Siro e i milioni nel mondo. Dovrete far gioire anche Giacinto Facchetti, Angelo Moratti, Peppino Prisco, Helenio Herrera. Questa sera, solo per una sera, riportate l’Inter sopra tutti».