Skriniar si racconta
Skrinar ha concesso una lunga intervista a La Repubblica, toccando diversi temi. Inevitabile parlare anche della super sfida di sabato sera contro la Juventus. Ecco le parole del centrale slovacco: «Me la aspetto incavolata nera e cattiva, deve vincere. Ma anche noi siamo pronti e cattivi: lo stadio ci darà una carica enorme, abbiamo superato una crisi che ci ha resi più forti, nelle ultime 9 abbiamo preso solo 2 gol. Ma loro per carità, sono la Juventus. Higuain, Mandzukic, Dybala, Douglas, e quei centrocampisti. Ma li attaccheremo».
Parole e musica queste per i tifosi nerazzurri. Se a guidare all’attacco la squadra è un difensore, i supporters interisti possono stare tranquilli. Poi ha parlato dell'”imbarazzo” di avere un nome così giocando nell’Inter: «Per tutti sono Skri, o Skrigno, mi piace. Solo adesso, da poco, qualcuno mi dice “Ciao Milan”. Ma a bassa voce, eh. (sorride, ndr)».
Ha raccontato anche la sua evoluzione, perché “Skrigno” non è nato difensore: «Nella mia carriera ho sempre giocato da centrocampista fino a tre anni fa, poi allo Zilina l’allenatore Adrian Gula mi convince ad arretrare: mi trovo bene, non mi muovo più. Da difensore mi chiama la Samp. Dove comincio a capire davvero come si gioca in questo ruolo. Come? Grazie a Giampaolo, bravissimo». Giampaolo, il suo maestro, che l’ha consigliato a Spalletti. Di solito i consigli non si accettano, questo però è stato uno dei migliori.
I suoi sogni
Skriniar ha parlato a La Repubblica anche dei suoi sogni. E molti di questi vorrebbe realizzarli con l’Inter. Eccoli: «I complimenti sono belli ma un atleta non deve ascoltare, sennò si deconcentra e non rende. Non so cosa accadrà in futuro. Ora voglio essere perfetto solo per l’Inter, l’unico orizzonte è portare il club in Champions, è così importante per tutti noi. Uno dei miei sogni è alzare quella coppa, ma per prima cosa vorrei giocarla. Spero proprio di farlo con l’Inter». Parole importanti, che certificano la voglia dello slovacco di rimanere in nerazzurro per realizzare i suoi sogni. Il futuro non può conoscerlo, e ci mancherebbe, ma l’intenzione di rimanere a Milano c’è tutta.
Infine, racconta il suo tipo di intervento difensivo preferito: «Quando l’uomo mi punta ma io intuisco, metto il piede, porto via e faccio ripartire la squadra: che soddisfazione. Con Insigne mi riuscì spesso a Napoli, era difficile con lui. Per noi difensori gli attaccanti più duri sono quelli che si muovono molto, che danno profondità ma poi rientrano anche, tipo Belotti che è pure grosso, tipo Simeone, sono faticosi. Invece Higuain o Dzeko non corrono tanto, ma se hanno la palla in area addio. Un lavoraccio. Il più bravo in assoluto qui è Koulibaly. Nel mondo, Sergio Ramos».