28 aprile un giorno da guerrieri: Zenga, Simeone, i ragazzi di Barcellona e…
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1 Inter: 28 aprile, un giorno speciale per Walter Zenga…2 … ma anche il Cholo Simeone2.1 Un legame indissolubile2.2 Il 28 aprile davvero indimenticabileInter: 28 aprile, un giorno speciale per Walter Zenga…
Inter: il 28 aprile non è una data banale per gli interisti. E’ il compleanno di Walter Zenga, l’uomo ragno che per anni ha infiammato San Siro con le sue parate mostruose. E che oggi continua a farlo da vecchio cuore nerazzurro che non tradisce mai. Può essere a Catania o a Palermo, a Dubai o a Crotone, ma Walter non ha mai fatto mancare il proprio appoggio ai colori nerazzurri in qualsiasi momento.
E quel suo desiderio mai sopito di sedersi un giorno sulla panchina nerazzurra rappresenta il suo grande cruccio ed allo stesso un vanto per tutto il popolo interista. Avere un ragazzo dei nostri che pensa solo a quello non può che riempire di orgoglio. E tutti, sotto sotto, si augurano che prima o poi quel giorno venga per vedere Zenga interista tra gli interisti a dare tutto sé stesso per la sua squadra.
… ma anche il Cholo Simeone
Ma il 28 aprile è anche il compleanno del Cholo Simeone. Uno che per l’Inter ha sputato sangue e solo l’insensibilità di una persona come Lippi, che mai avrebbe dovuto sedere su quella panca, riuscì ad allontanare dai nostri colori. Il Cholo era quello che tutti vorremmo fosse un centrocampista dell’Inter di oggi. Un leader vero, carismatico, sportivamente cattivo, esigente prima di tutto con sé stesso e poi con gli altri.
Una leadership così forte da essere troppo invasiva per uno come Lippi che niente aveva a che vedere con il nostro mondo. E anche lui, dopo essere diventato grande allenatore all’estero, non ha mai mancato di dire che un giorno tornerà a Milano per sedere sulla nostra panchina.
Un legame indissolubile
Questo è il rapporto unico ed indissolubile che lega l’Inter ai suoi antichi campioni. Ed è qualcosa di unico nello scenario del calcio italiano ed internazionale. Avete mai sentito Zidane o Van Basten dire altrettanto rispetto alla Juve o al Milan? No. Perché una volta usciti restano i bei ricordi ma il legame affettivo probabilmente si interrompe.
Forse solo Ringhio Gattuso aveva accennato a qualcosa del genere ed infatti oggi si tocca con mano la fiamma che ha dentro nel ruolo di coach di quei colori che sono stati i suoi colori per tanto tempo. Rivale o no, la sua passione merita la sincera ammirazione di tutti, anche la nostra.
Il 28 aprile davvero indimenticabile
Magari non tutti gli interisti si saranno ricordati dei compleanni dei due grandi ex. Ma nessun interista ha dimenticato il 28 aprile 2010, quando le coronarie di tutti subirono l’attentato più incredibile e meraviglioso che la storia recente dell’Inter ricordi. Il Nou Camp di Barcellona sognava la remuntada, un’ora in dieci per l’espulsione di Thiago Motta con il malvagio occhiolino di Busquets a guardare l’arbitro mentre fingeva di essere in coma. La linea maginot costruita da Mourinho che resse fino a pochi minuti. Poi il gol di Piquet, quello annullato a Bojan mentre i fibrillatori impazzivano.
E poi quel grido di liberazione di Scarpini. “In finale andiamo noi, l’Inter è a Madrid” ripetuto fino allo sfinimento, quell’invito di Caressa a contattare l’agente immobiliare per prendere casa a Madrid sono parole che risuonano nelle teste dei tifosi ogni 28 aprile ( e non solo). E oggi è il 28 aprile. Ogni parole in più è superflua. Amala!