Non dire gatto, se non l’hai nel sacco!
Indice dei contenuti
1 Sembrano scorrere i titoli di coda, ma…2 Exploit fragorosi e fragilità intrinseca3 Inter, brutto risultato ma buona prestazione4 Panchina e opportunismo: qui si perde5 Gobbi “allegri”, ma solo al fischio finale6 Tifosi, bando al disfattismoSembrano scorrere i titoli di coda, ma…
Nel calcio, come nella vita, a volte pare decidere le sorti non chi dovrebbe esserne padrone, ma un arbitrio invisibile. Una sorta di perfido tutore in grado di smantellare certezze ormai acquisite, e invertire situazioni compromesse oltre il confine dell’impossibile. Questo sadico spiritello, che alcuni identificano nella “legge di Murphy“, ha fatto si che Sabato sera sfuggissero di mano ai nerazzurri 3 punti nei minuti finali, quando ormai la vecchiaccia incolore sembrava prossima a veder svanire il settimo titolo. Guardacaso, come se al Napoli la dicesse proprio la legge di cui sopra, ecco che la partita di Firenze assume strane sembianze simili a quella di S.Siro: una manciata di minuti, e gli uomini di Sarri si ritrovano in 10 per l’espulsione di Koulibali. Poi spunta un tale “Ciolo” Simeone junior, che lo stende con una tripletta, e vediamo sfilare i titoli di coda su questo campionato monotonamente rimasto sulle maglie bianconere.
Exploit fragorosi e fragilità intrinseca
Però, proprio come diceva il buon Trapattoni, mancano ancora 3 giornate, quindi… non dire gatto se non l’hai nel sacco! E le vicende di questo campionato, forse più di altri, sommate alle competizioni europee, confermano il trapattoniano motto. Nel calcio di oggi si rischiano grossi malumori pensando di essere al sicuro con 3, 4 o anche 5 gol di vantaggio. Errore che è costato caro a diverse squadre, con exploit e ribaltamenti fragorosi specie in Europa, fortunatamente anche con protagoniste squadre italiane. Non ci si deve più stupire, quindi, della fragilità intrinseca di squadre che hanno la medesima capacità di travolgere l’avversario, o farsi travolgere dallo stesso.
Inter, brutto risultato ma buona prestazione
Quanto all’Inter, alcuni commenti completamente fuori luogo invocano nuovamente un cambio di allenatore, dopo il brutto risultato di ieri. Si, brutto, ma attenzione: il risultato è brutto per l’Inter, tutt’altra cosa la prestazione della squadra. Tenere testa alla Juventus rimanendo in inferiorità numerica dopo appena un quarto d’ora scarso, raggiungerla sul pari con il solito Icardi (8 gol ai gobbi in carriera) e addirittura superarla con un autogol propiziato da un astuto velo di Candreva, non è cosa da squadra senza palle, anzi… Sappiamo che coi se e coi ma non si vincono le partite, e del senno di poi son piene le fosse. Ma chi ha visto quanto è riuscito a combinare l’arbitro Orsato, non può negare che la partita sia stata grossolanamente falsata da interpretazioni platealmente sgangherate. E qui la “legge di Murphy” pare incolpevole, molto più di chi colpevolmente ha voluto chiudere troppi occhi.
Panchina e opportunismo: qui si perde
Tuttavia, tirando le somme di quanto si è visto, se ci sono dei “se” stanno dalla parte dell’Inter. “Se” sul 2-1 Icardi non avesse mancato di un soffio la deviazione sottoporta, il 3-1 forse avrebbe spento la candelina residua delle speranze juventine. Ma quella squadra è talmente piena di risorse sia in campo che in panchina, che a volte le basta l’ultimo colpo di coda per mettere fuori causa un avversario che pure gliele cantava anche in 10. Su questo l’Inter, e non solo lei, ancora non può competere: i rincalzi di una panchina già corta non hanno quote di garanzia pari a chi sta in campo. Poi, quando all’allenatore capita di sbagliare cambi negli ultimi minuti (fuori Icardi per Santon, Karamoh a scoppio ritardato) il rischio di pagarla cara aumenta esponenzialmente.
Gobbi “allegri”, ma solo al fischio finale
E così è stato ancora una volta, speriamo l’ultima, che agli uomini in bianconero (“allegri” solo al fischio finale), accada di portarsi a Torino 3 punti trovati in cima al precipizio. E come per un sottile e sadico gioco del destino, il gatto trapattoniano guizzato fuori dal sacco in extremis, ha messo anche la ciliegina sulla torta. Una bella Sacher al gusto di Simeone, offerta dalla acerrima nemica viola che ha fatto godere anche Renzi. Tanto da fargli scappare nuove boutade: “abbiamo perso, ma avevamo ragione”! No, caro Matteo, quelle sono parole rubate. All’Inter, guardacaso…
Tifosi, bando al disfattismo
Ma per favore, certi pseudotifosi della beneamata evitino di lasciarsi andare a sproloqui, accusando Handanovic di essere la causa della mancata Champions-zone, e Spalletti di essere incapace di guidare la squadra. Bando al disfattismo, adesso che pare riaccendersi il motore. Questa formazione, se dal prossimo campionato affiancherà Martinez a Maurito e inserirà l’ultimo tassello utile a sigillare la difesa (De Vrij), potrà finalmente sfruttare l’unità raggiunta nello spogliatoio e tradurla in campo in prestazioni in grado di superare ogni avversario.