Inter: i cori delle curve sono tutti uguali, le multe no. L’ennesimo schiaffo, la società alzi la voce

Inter: i cori della curva a Udine

(Inter) Chi ha visto la partita Udinese Inter, anche in TV, ha certamente sentito i cori non proprio benevoli della curva nerazzurra all’indirizzo della panchina friulana. Tudor e Iuliano, due ex juventini, uno dei quali marchiato a fuoco in eterno dal fallo su Ronaldo.

Cori di certo non degni di Oxford o di un convento di educande. Ma negli stadi italiani tutte le domeniche si vede e si ode roba ben peggiore. Sfottò o poco più, senza alcuna manifestazione al di là delle regole. Ma ai signori della disciplinare questi canti non sono piaciuti. D’altronde non è colpa dei ragazzi della Nord se negli stadi non va di moda né Pavarotti, né Bruce Springsteen né Dizzy Gillespie.

Multa incredibile. E Matrix? e gli scudetti revocati?

Le note delle curve sono ironiche, sarcastiche, magari velenose ma di solto tutto finisce lì. Per l’Inter no, testi e musiche della curva sono stati ritenuti così fuori dai canoni musicali moderni da meritare una multa di 3 mila di euro alla società. 3 mila euro ben spesi ha detto qualcuno sui social. No! 3 mila euro che segnano un ulteriore schiaffo alla società nerazzurra. Non è questione di cifre ma di principio.

Quante volte negli anni scorsi si è sentito di peggio rivolto a giocatori ed allenatori nerazzurri? Un esempio facile facile: Marco Materazzi, gli insulti alla sua mamma, morta quando Matrix era ancora ragazzino. Nonostante le educate e ripetute richieste di Matrix (“offendete me non lei”) i giudici non hanno mai pensato di fare due euro di sanzione a quelle curve che cantavano note ben più spregevoli di quelle intonate dalla Nord domenica a Udine. E, solo per curiosità, ovviamente: esporre scudetti revocati è meno grave che cantare una canzoncina ad un avversario dalla curva?

La società di faccia sentire

Si pretende il rispetto di canoni etici e di educazione ma non il rispetto delle regole del calcio che dicono che gli scudetti vanno in base all’albo d’oro. E l’albo d’oro della serie A italiana canta chiaro. Piaccia o non piaccia.

Ci auguriamo che l’Inter faccia ricorso nelle sedi competenti contro questo provvedimento incredibile. Non solo, ma si auspica che la società chiarisca una volta per tutte e con la dovuta decisione il rispetto dovuto ad un sodalizio che ha fatto la storia del calcio italiano. Senza schede svizzere e senza altri impicci. Sorridendo e citando il vecchio caro Totò viene da dire a questi signori “ ma ci faccia il piacere”.