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Ranocchia si racconta: “La perdita di Astori è stata un brutto colpo. La Champions…”

Le parole di Andrea Ranocchia a Il Giorno

Andrea Ranocchia è il protagonista di una lunga intervista rilasciata a Il Giorno, in cui racconta la propria carriera e quanto avvenuto nella propria vita personale. Un’annata molto particolare, caratterizzata dal matrimonio dello scorso giugno e da un figlio in arrivo, ma anche dalla perdita della nonna e di un amico come Davide Astori.

Un anno particolare.
“Mi sono sposato a giugno e adesso con mia moglie Giulia aspettiamo un bambino che arriverà tra due settimane. Dall’altro lato ho perso mia nonna a gennaio e un amico come Davide Astori, con cui sono stato compagno di stanza. È qualcosa che ti colpisce profondamente, sinceramente non credo di aver realizzato ancora quanto accaduto. Un colpo pesante. Dai ancora più valore alle cose più semplici”.

La famiglia, ad esempio. Quanto aiuta avere una stabilità familiare?
“Tantissimo. Senza Giulia, mia moglie, non so cosa mi sarebbe successo in questi anni. Chiamando le cose con il loro nome, io sono stato vittima di cyber-bullismo durante la mia carriera. Ci sono stati periodi complicati. I social ci dovrebbero dare una responsabiltà enorme, al contrario mi sembra sia cresciuto il livello di ingenuità e cattiveria. C’è stato un momento in cui sono stato insultato in ogni modo. Quando vai in difficoltà ti puoi lasciare trasportare, ed è la reazione sbagliata, oppure fai un altro giro di maniche e lavori”.

Pur con un minore utilizzo, se c’è qualcuno che ha sempre sostenuto Spalletti questo è stato lei. Perché?
“A inizio anno fece un gesto per difendere me e il gruppo da un tifoso che mi aveva insultato a bordo campo in ritiro, è qualcosa per cui lo ringrazierò sempre. Io valuto l’uomo, la persona. In più ho un metro di giudizio che è quello del campo rispetto agli anni passati. Ce la stiamo giocando, nonostante un periodo difficile in inverno. Siamo stati bravi a gestirlo”.

Fine carriera e Champions

Dove vivrà Ranocchia a fine carriera?
“A casa mia ad Assisi. Ho comprato un terreno con un casolare. Sono molto legato alla mia terra. Mi piacerebbe aprire una scuola calcio, portare loro la mia esperienza. Sto buttando giù delle idee, ma ci penserò più avanti”.

Col senno di poi accetterebbe la fascia di capitano dell’Inter?
“Sì, anche perché ormai sono consapevole di quel che sono, per cui vivo tutto con grande entusiasmo. Anche la corsa Champions che stiamo vivendo. Sudiamo ogni giorno per questo traguardo. Certo, dovessimo fallire sarebbe un dispiacere enorme”.